L’ex giudice delle indagini preliminari del tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis e l’avvocato penalista Giancarlo Chiariello, anche lui del capoluogo pugliese, sono stati condannati entrambi a 9 anni e 8 mesi dal tribunale di Lecce nel processo con rito abbreviato che riguardava le presunte tangenti in denaro contante che il legale avrebbe passato al magistrato in cambio di provvedimenti di libertà favorevoli agli assistiti dell’avvocato Chiariello, in qualche caso presunti esponenti di spicco di famiglie mafiose o legati alla criminalità organizzata barese, foggiana e garganica. I due, ora ai domiciliari, furono arrestati ad aprile dell’anno scorso con l’accusa di concorso in corruzione in atti giudiziari. Il figlio di Chiariello, Alberto, anche lui penalista, è stato condannato a 4 anni di reclusione mentre per Danilo Pietro Della Malva, pregiudicato, ritenuto esponente della mafia garganica, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia, la pena stabilita è di 3 anni e 8 mesi. Assolti gli altri cinque imputati tra i quali un appuntato dei carabinieri, una avvocatessa e tre pregiudicati. Lo scorso 22 febbraio al termine della requisitoria la Procura della Repubblica di Lecce, aveva chiesto per De Benedictis una pena a 8 anni, 9 mesi e 10 giorni mentre per l’avvocato barese una pena a 8 anni, 5 mesi e 23 giorni. Il tribunale ha aumentato le pene, parificandole. «È una sentenza che non condividiamo e che non ha riconosciuto la collaborazione del mio assistito e una serie di altri punti di diritto», dice l’avvocato Gianfranco Schirone, difensore di De Benedictis, all’Adnkronos. «Presenteremo appello dopo il deposito delle motivazioni».