La lettera appello che 60 giovani della provincia di Cosenza hanno indirizzato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi, al Presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo Guido Raimondi e al vicepresidente del Csm, David Ermini

Signori Presidenti, siamo giovani calabresi impegnati nell’associazionismo, nelle organizzazioni politiche giovanili e nella rappresentanza studentesca. Ci ha sempre mosso l’idea di una società più equa e la speranza di garantire il progresso sociale della nostra regione, la Calabria.

Abbiamo fatto della lotta per legalità democratica la nostra principale ragione di vita e di impegno pubblico e siamo, ogni giorno, in prima linea contro ogni forma d’illegalità e contro l’influenza della criminalità organizzata.

Vi scriviamo perché convinti, però, che difendere la legalità significhi anche richiamare ogni potere dello Stato al vincolo della legge, compreso quello giudiziario, e Vi confessiamo di iniziare ad avvertire la stretta morsa di un leviatano fuori controllo abbattersi contro chi fa politica in Calabria.

Abbiamo assistito con relativo sgomento alle modalità con cui talune Procure hanno portato avanti inchieste nei confronti di chi ha alte responsabilità istituzionali nella nostra regione e oggi iniziamo ad avere timore di fare politica in Calabria.

Non fraintendeteci, non è la ricerca della verità a spaventarci, ma i metodi con cui essa viene ricercata. Da noi fare politica non vuol dire essere circondati dal velluto, ma prendere decisioni difficili, in un tessuto sociale molto complesso dove la distinzione fra bene e male spesso sta nel pianerottolo di casa o fra il vuoto che divide due scrivanie in un ufficio.

Se si decide di sporcarsi le mani e provare a cambiare la realtà i rischi sono enormi e noi ora abbiamo paura, paura della sola cosa al mondo che può spaventare le persone oneste: una cattiva giustizia. Temiamo che la nostra libertà personale un giorno possa essere minacciata da decisioni sommarie prese durante le indagini preliminari che precedono di anni i tempi della giustizia; che il nostro diritto alla segretezza della corrispondenza possa essere violato senza nemmeno essere indagati ad opera di un distorto uso delle intercettazioni; che la diffusione sistematica di notizie coperte dal segreto istruttorio possa esporci alla pubblica gogna.

Siamo stanchi di vedere gli operatori della giustizia impegnati più che nelle aule, nelle sale conferenza stampa, dove è possibile formulare imputazioni nella assoluta aleatorietà del risultato giudiziario e senza contraddittorio. Noi non vogliamo sederci al tavolo di un pericoloso gioco fra guardie e ladri che umilia la democrazia proprio mentre i poteri criminali operano indisturbati lontano dei riflettori della guerra fratricida fra le istituzioni.

Abbiamo rispetto della magistratura, del suo diritto di indagare e ove fosse necessario di esercitare l’azione penale, ma vogliamo denunciare prima che sia troppo tardi l’avanzare in Calabria di una nuova cultura del sospetto, che alimenta nostalgie per le barocche iniquità del modello inquisitorio del processo penale, segna un arretramento delle garanzie processuali e persegue una profonda limitazione dei diritti politici dei cittadini. Una cultura che, per usare le parole di Giovanni Falcone, non è mai «l’anticamera della verità», scredita la nostra secolare civiltà giuridica e indebolisce la separazione fra poteri dello Stato. Ci appelliamo pertanto al vostro ruolo di Garanti e alla Vostra sensibilità istituzionale perché possiate nei modi che riterrete più opportuni, fugare il dubbio che lo Stato di Diritto sia entrato nella sua parabola discendente, almeno nella nostra regione.

Speriamo un giorno di poter tornare a guardare con fiducia alla magistratura e al futuro.

Abate Nicholas, Falbo Gina, Longo Mario, Aiello Francesco, Galli Gaspare, Manna Enrica, Alimena Francesco, Gencarelli Davide, Massenzo Gaetano, Belmonte Mattia, Gencarelli Valerio, Medaglia Melody, Bernardo Gianluca, Giannotti Carlo Antonio, Misasi Luigi, Bonavita Michela, Grosso Maria, Orrico Emanuele, Bria Marco, Guido Simone, Paldino Pasquale, Bria Roberta, Raimondo Rocco, Pecoraro Vittorio, Bruno Alessio, Riccio Lara, Piraine Gabriele, Caligiuri Rosi, Stancati Letizia, Plastino Giulio, Callegari Kevin, Tignanelli Carmela, Raimondo Rocco, Caruso Federica, Ienaro Eleonora, Riccio Lara, Catizzone Manuel, Interno' Alfredo, Stancati Letizia, Cosentino Angelica, Interno' Marco, Tignanelli Carmela, Crocco Giulio, Intrieri Daniele, Toto Rebecca, Di fino Antonello, Iusi Pietro, Tucci Giada, Dodaro Eugenio, Lavia Salvatoria, Viteritti Giorgia.