Un’ordinanza applicativa della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per 6 mesi è stata eseguita nei confronti del vice ispettore della Polizia penitenziaria con la mansione di coordinatore della sorveglianza generale in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), indagato del delitto di intralcio alla giustizia. L’agente, con violenza e minacce implicite, avrebbe indotto due detenuti a ritrattare o a modificare le dichiarazioni rilasciate agli investigatori a suo carico, nell’ambito delle indagini sulle violenze sui detenuti avvenute nel carcere il 6 aprile 2020, allo scopo di far rendere loro false dichiarazioni liberatorie a suo favore. Le indagini preliminari sui casi di violenza ai danni dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) hanno portato, il 28 giugno 2020, all’esecuzione di 52 ordinanze applicative di misure cautelari nei confronti di altrettante persone in servizio presso diversi uffici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria della Campania, principalmente nella casa circondariale «Francesco Uccella» di Santa Maria Capua Vetere. Il vice ispettore della Polizia penitenziaria destinatario della misura eseguita questa mattina, apparteneva al gruppo di agenti che ha eseguito la perquisizione nei confronti dei detenuti ristretti all’interno del carcere e figura tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini depositato l’8 settembre 2021, con richiesta di rinvio a giudizio del 5 novembre 2021, per i delitti di tortura, maltrattamenti, lesioni personali e abuso di autorità. Dal proseguimento delle indagini è emerso che il vice ispettore, continuando a prestare servizio nel carcere sammaritano, avrebbe posto in essere, grazie all’ausilio di altri agenti non identificati, pressioni ai danni di due detenuti, già ascoltati dagli investigatori durante le indagini preliminari. Le vittime, riascoltate nei giorni scorsi, hanno riferito di essere state avvicinate dal vice ispettore a inizio dicembre scorso affinché rendessero dichiarazioni in suo favore, ritrattando quanto precedentemente riferito all’autorità giudiziaria. Il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condiviso le argomentazioni della Procura riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza con riferimento al delitto di intralcio alla giustizia, pluriaggravato dall’aver agito per assicurarsi l’impunità dei reati, dall’abuso dei poteri rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale e approfittando di circostanze tali da ostacolare la pubblica e privata difesa delle persone offese. Si tratta infatti, evidenza la Procura, di detenuti del carcere già presunte vittime dei delitti di tortura, maltrattamenti e lesioni per i quali l’indagato è imputato nell’udienza preliminare in corso davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.