Il regime del 41 bis a cui è sottoposto Alfredo Cospito nel carcere di Sassari è giustificato da ragioni ancora "attuali", legate in particolare alla "persistente pericolosità del Fai-Fri', la sigla a cui viene ricondotto l'anarchico detenuto a Sassari. Non basta il parere della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo per prendere in considerazione la revoca anticipata del carcere duro. È quanto si legge nelle motivazioni alla sentenza della Cassazione che ha confermato nei giorni scorsi la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma per «l'estrema pericolosità» del recluso.

Il suo avvocato Flavio Rossi Albertini aveva presentato un reclamo alla Suprema Corte sostenendo che il regime avesse «ormai solo un carattere punitivo, come suggerito anche dalla Direzione nazionale antimafia secondo la quale la sua pericolosità si era ridotta».

«Il parere della D.N.A.A., seppure particolarmente autorevole, non costituisce un “fatto nuovo” ma piuttosto una valutazione di carattere meramente giuridico, come tale non decisiva ai fini della revoca anticipata del 41 bis - si legge nelle motivazioni - e il Tribunale di Sorveglianza capitolino ha preso in considerazione questi pareri e li ha puntualmente disattesi spiegandone le ragioni in modo ampio e non contraddittorio dando rilievo al fatto che in essi si dava atto di una ridotta pericolosità del ricorrente, descritto però come figura di vertice del movimento anarco-insurrezionalista Fai-Fri ancora attivo e pericoloso».

L’anarchico condannato in via definitiva

Di recente sono diventate definitive le condanne a 23 anni e a 17 anni e 9 mesi di carcere per gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino, accusati dell'attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano, nel Cuneese, nel 2006.

L'attentato, avvenuto il 2 giugno del 2006, solo per un caso fortuito non causò vittime. Rivendicato con la sigla 'Rivolta Animale e Tremenda/Federazione Anarchica Informale' (RAT/FAI), vide l'impiego di due ordigni, uno di minore portata - da far esplodere come richiamo - e un altro, a tempo, ad alto potenziale. Cospito ha sempre dichiarato che si trattava di «due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno».