Sovraffollamento record in alcuni Paesi dell’unione europea, tra i quali spicca l’Italia. È quanto esprime il Parlamento europeo in una risoluzione approvata dalla plenaria di Strasburgo con 474 voti a favore, 109 contrari e 34 astenuti.

Nel testo della risoluzione votata giovedì, si afferma che gli Stati membri dovrebbero migliorare le condizioni nelle carceri in modo da proteggere la salute e il benessere dei detenuti e del personale, favorire la riabilitazione e ridurre il rischio di radicalizzazione. Per contribuire a prevenire la radicalizzazione, il Parlamento raccomanda inoltre la formazione del personale, un’intelligence carceraria, il dialogo interreligioso e l’assistenza psicologica.

Secondo i deputati, la detenzione e in particolare la carcerazione preventiva dovrebbe essere un’opzione di ultima istanza, da utilizzare solo in casi legalmente giustificati e particolarmente inadatta per alcune persone vulnerabili come i minori, gli anziani, le gestanti e le persone che soffrono di gravi malattie o invalidità mentali e fisiche.

I deputati europei premono gli stati membri affinché uti- lizzino il più possibile il ricorso alle pene alternative. Per i dete- nuti che non rappresentano un grave pericolo per la società, i deputati, infatti, raccomandano l’adozione di pene alternative al carcere, come la detenzione domiciliare, i lavori socialmente utili o il braccialetto elettronico.

Il Parlamento sollecita gli Stati membri a stanziare risorse adeguate per la ristrutturazione e l’ammodernamento delle carceri, per differenziare le regole carcerarie in funzione dei detenuti e della loro pericolosità e per fornire ai detenuti un programma bilanciato di attività e di tempo al di fuori della propria cella.

Il parlamento europeo richiama inoltre l’attenzione sull’elevato livello di suicidi in carcere, condannando la politica di dispersione penitenziaria applicata da alcuni Stati membri, poiché si tratta di una pena aggiuntiva per le famiglie dei detenuti.

Secondo le ultime statistiche penali annuali del Consiglio d’Europa, che riguardano l’Europa intera e non solo l’Ue, il numero di persone detenute nelle carceri europee è diminuito del 6,8% tra il 2014 e il 2015, anche se il sovraffollamento delle carceri rimane un problema in 15 Paesi. “La situazione - si legge nella risoluzione - rimane problematica in alcuni Paesi, in particolare Ungheria, Belgio, Grecia, Spagna, Francia, Portogallo e Italia”.