«Chi cerca Dio lo trova lì, nei piccoli, nei bisognosi: non solo di beni, ma di cura e di conforto, come i malati, gli umiliati, i prigionieri, gli immigrati, i carcerati. Lì cè Lui. Ecco perché Gesù si indigna: ogni affronto fatto a un piccolo, a un povero, a un indifeso, è fatto a Lui». Lo ha detto Papa Francesco allAngelus: ricordando il Vangelo di due settimane fa, il Pontefice sottolinea come «Gesù, compiendo il gesto di abbracciare un bambino, si era identificato con i piccoli: aveva insegnato che proprio i piccoli, cioè coloro che dipendono dagli altri, che hanno bisogno e non possono restituire, vanno serviti per primi». «Nella prosperità, nel benessere, abbiamo lillusione di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aver bisogno di Dio. È un inganno, perché ognuno di noi è un essere bisognoso, un piccolo», dice Bergoglio. Poiché sono «proprio i piccoli, cioè coloro che dipendono dagli altri, che hanno bisogno e non possono restituire, vanno serviti per primi. Chi cerca Dio lo trova lì, nei piccoli, nei bisognosi: non solo di beni, ma di cura e di conforto, come i malati, gli umiliati, i prigionieri, gli immigrati, i carcerati». «Ecco perché Gesù si indigna: ogni affronto fatto a un piccolo, a un povero, a un indifeso, è fatto a Lui», continua Papa Francesco, che oggi si è detto oggi «molto addolorato» per le violenze esplose in questi giorni nel carcere di Guayaquil, in Ecuador, dove una rivolta innescata dagli scontro tra bande rivali ha portato alla morte di 118 persone. «Una terribile esplosione di violenza», ha detto il Pontefice dopo la recita dellAngelus, «prego per le vittime e le loro famiglie. Dio ci aiuti a sanare la piaga del crimine che schiavizza i poveri». «Una terribile esplosione di violenza tra i detenuti appartenenti a bande rivali ha provocato più di 100 morti e numerosi feriti. Prego per loro e le loro famiglie - aggiunge il pontefice. Dio ci aiuti a sanare le piaghe del crimine che schiavizza i più poveri e aiuti quanti lavorano ogni giorno per rendere più umana la vita nelle carceri». «Nella prosperità, nel benessere, abbiamo lillusione di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aver bisogno di Dio - osserva Bergoglio - è un inganno, perché ognuno di noi è un essere bisognoso, un piccolo». Il Santo Padre poi spigea: «Nella vita riconoscersi piccoli è il punto di partenza per diventare grandi. Se ci pensiamo, cresciamo non tanto in base ai successi e alle cose che abbiamo, ma soprattutto nei momenti di lotta e di fragilità - dice - lì, nel bisogno, maturiamo; lì apriamo il cuore a Dio, agli altri, al senso della vita. Quando ci sentiamo piccoli di fronte a un problema, a una croce, a una malattia, quando proviamo fatica e solitudine, non scoraggiamoci. Sta cadendo la maschera della superficialità e sta riemergendo la nostra radicale fragilità: e lì la nostra base comune, il nostro tesoro, perché con Dio le fragilità non sono ostacoli, ma opportunità».