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«I fatti di cui sono incolpato non si sono verificati». A dirlo è l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, intervenuto questa mattina a Radio Radicale. «I testi che indico sono funzionali alle incolpazioni che mi sono state formulate e ognuno di loro può dimostrare quello che realmente è accaduto». «Non voglio credere alle anticipazioni di giudizio - afferma Palamara -, io sono determinato a chiarire tutti i fatti. Non intendo né sottrarmi né arretrare, è mio dovere difendere la mia dignità e la mia storia professionale. E proprio perché amo la magistratura sento il dovere di chiarire ma anche di fornire il mio contributo per il miglioramento di un sistema che ha dimostrato che oramai è superato e necessita di ulteriori meccanismi, al netto dell'impegno di coloro che ne fanno parte. E penso di essere in grado di fornire notizie, fatti e circostanze importanti nella storia recente della magistratura. Sono determinato a chiarire tutto». «Sono sempre stato convinto che quel sistema dovesse cambiare. Ci sono due anime: una che ritiene che tutto si possa risolvere con un'autoriforma e chi ritiene che non sia sufficiente a risolvere tutti i problemi. Il che significa che è la politica a dover riformare il sistema. Nessuno ha la ricetta migliore, penso sia l'occasione per discutere - continua Palamara -. Il meccanismo dell'autoriforma non è la soluzione a tutti i problemi, ma abbiamo una politica poco incisiva. Al centro va messo sempre il tema dell'indipendenza della magistratura, che mai può essere messa in discussione. Se sono contro questo sistema? Le vicende emerse hanno segnato un punto di non ritorno. Questo sistema è nato a metà anni 60, il mondo è cambiato da allora. E il sistema delle correnti è nato con le migliori intenzioni, ma nel 2007, con la riforma dell'ordinamento giudiziario, è stato segnato un punto di non ritorno, con l'introduzione di un carrierismo sfrenato, che ha fatto perdere la bussola, probabilmente anche a me, su come dovessero orientarsi le correnti». Luca Palamara davanti al procedimento disciplinare vuole «contestare che le interferenze» a lui attribuite «non sono tali avendo parte fatto parte di un sistema, quello delle correnti, che a torto a ragione caratterizza l'organizzazione interna alla magistratura. Non è mio intendimento fare "muoia Sansone con tutti i Filistei" ma piuttosto un ragionamento serio e approfondito di come il potere delle correnti abbia influenzato non solo la vita interna della magistratura ma la vita politica del Paese». «Le correnti sono state il motore della vita interna della magistratura da quando sono nate, ancora di più dal 2007. Nulla si muove all'interno della magistratura se la corrente non lo vuole. Ma è arrivato il momento di guardare chi in questo meccanismo non ci è mai entrato». Nel corso del programma è intervenuto anche il magistrato Alfonso Sabella, secondo cui è «ipocrita che Palamara debba presentare una lista di testi per dimostrare qualcosa che si sa da decenni». E ha aggiunto: «Abbiamo il dovere di apparire onesti, oltre che di esserlo. Ma le degenerazioni del correntismo non ci consentono di apparire tali. E non è una cosa che risale al 2007: Palamara doveva dirlo 10 anni fa, quando ne faceva parte. E questa è la critica che gli muovo, per il resto sta dicendo cose sacrosante».