In pieno freddo polare, gli agenti russi portano fuori un detenuto con addosso la sola canottiera. Lo prendono con forza, gli alzano l’indumento e lo sbattono per terra in mezzo alla neve. In un altro filmato, cinque agenti legano un detenuto nudo sulla branda, uno di loro lo violenta sessualmente e scoppia a piangere dalla disperazione. In un altro filmato, un detenuto viene tenuto fermo e l’agente gli urina sul viso. Il tutto con la musica da sottofondo. Gli attivisti di Gulagu hanno pubblicato nuovi video inediti che mettono in luce il raccapricciante sistema penitenziario della Russia di Putin. Un filmato inedito, pubblicato nella mattinata di oggi, che dura un’ora e certifica ancora una volta la tortura in Russia. Avviso ai lettori: le immagini delle violenze subite dai detenuti sono davvero molto forti e disturbanti. Per questa ragione non abbiamo incluso i video all’interno dell’articolo. Per chi volesse visionarli sono disponibili qui. Lo ribadiamo, si tratta di immagini crude e drammatiche, ma crediamo che la denuncia vada diffusa il più possibile per onorare chi ha avuto il coraggio di filmarle e per provare a smuovere qualcosa nella palude terrificante delle carceri russe.
Come spiega l’attivista dei diritti umani Vladimir Osechkin, il video contiene filmati unici dei videoregistratori del Servizio penitenziario federale russo, il servizio speciale che, sotto il controllo del Dipartimento "M" dell'FSB, sottopone migliaia di prigionieri a trattamenti disumani e utilizza brutali metodi contro di loro. Di norma, gli ufficiali dell'FSIN e dell'FSB cancellano i file video che possono comprometterli ed esporli a gravi reati, ma gli attivisti di Gulagu sono riusciti ad accedere all'archivio video dell'FSIN, inclusa la sua parte segreta, quella che gli agenti dell'FSB e dell'FSIN utilizzano per ricatti e reclutamenti. Il filmato include sia fotogrammi precedentemente presentati, sia nuovi che nessuno ha mai pubblicato prima. La visione è terribile. Ci sono filmati di perquisizioni nelle celle e quelle complete fatte nei confronti dei detenuti ed espletate da soldati di varie forze speciali in maschera. Quest’ultimi minacciano di stuprare i detenuti, ma ci sono anche filmati dove queste minacce le concretizzano in aree specializzate delle carceri dedicate alla tortura. Aree che, sotto il controllo del Servizio Penitenziario Federale e dell'FSB, avvengono umiliazioni e stupri. Gli agenti hanno appositamente filmato queste torture e sevizie sessuali con l'obiettivo di ricattare successivamente la vittima di tortura e costringendola a "collaborare" e "lavorare sotto copertura". In poche parole, attraverso le sevizie, arruolano i detenuti. Il 98% di questo video è composto da filmati dei videoregistratori delle carceri di Saratov, Volgograd, Mosca, San Pietroburgo, Transbaikalia, Krasnojarsk e Kamchatka. «Separatamente – scrive l’attivista Osechkin -, molti fascicoli possono essere considerati una base per procedimenti penali separati, ma insieme costituiscono una prova seria sulla tortura e le umiliazioni sistematiche in Russia». Gli avvocati dell’organizzazione dei diritti umani ci hanno lavorato per due mesi. La data di completamento dei lavori, coincide con la terribile data dell'attacco all’Ucraina da parte delle forze armate della Federazione Russa per ordine di Vladimir Putin.
Nei media filo-governativi e nell'opinione pubblica filo-Cremlino vengono attivamente divulgate informazioni, presumibilmente sotto il controllo dei servizi speciali russi, che parlano di una vita confortevole e presumibilmente sicura grazie all’invasione russa. «Non siamo paragonabili in potenza e capacità ai servizi speciali russi e alla propaganda di stato – scrive sempre Osechkin dell’ong Gulagu -, ma la forza sta nella verità, nei fatti e in questo video. E le persone in Russia e Ucraina, così come in tutto il mondo, possono guardare questo video sulla base dei dati oggettivi e trarre conclusioni». Ora c’è il rischio, paventato dagli attivisti dei diritti umani, che i servizi segreti cerchino di impedire l'ampia distribuzione di questo video, che mostra la portata del sadismo che avviene nelle carceri. «Allo stesso tempo, siamo consapevoli del tentativo di screditare noi e il nostro lavoro, ma più sono maggiori gli attacchi su di noi, più rafforza la nostra fiducia di essere sulla strada giusta», chiosa Osechkin. L’ong Gulagu consegnerà tutto questo materiale alle Nazioni Unite e confida sul fatto che saranno utili per una grande indagine da parte del Tribunale Internazionale sui crimini contro l'umanità commessi dai servizi speciali sotto l’egida del presidente Vladimir Putin. Il team di Gulagu, nel contempo, chiede alle autorità russe di interrompere il sistema di tortura che vige in Russia e ritirare le truppe dall'Ucraina. Chiede con forza di condurre un'indagine completa contro tutti i responsabili della tortura e spendere fondi di bilancio per proteggere i loro concittadini dall'arbitrarietà, dalla tortura e sodomia forzata. Nonostante le denunce passate, tranne qualche direttore silurato, poco è cambiato. Proprio qualche giorno fa, nel carcere della Crimea è avvenuto un furioso pestaggio nei confronti dei detenuti che non solo perché avevano denunciato la morte di un loro compagno di cella per mancata assistenza medica, ma soprattutto perché si rifiutarono di ritrattare. Così come in altre carceri, secondo quanto denunciato sempre da Gulagu, si è verificato il rifiuto delle autorità russe di indagare su queste torture. Rifiuto che, attraverso anche al nuovo materiale, potrebbe portare all'avvio di un'indagine internazionale.