È iniziata questa mattina al Tribunale di Firenze, davanti al giudice Sara Farini, l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura per 15 indagati, di cui 4 sono società, nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open su presunte irregolarità nei finanziamenti: tra di essi figurano il senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, la deputata Maria Elena Boschi, capogruppo Iv alla Camera, e il deputato del Pd Luca Lotti. Tra gli indagati era presente in aula solo Renzi, il quale, al termine dell’udienza ha definito «questo processo uno scandalo assoluto». Il giudice Farini con gli avvocati difensori e i pubblici ministeri Luca Turco e Antonino Nastasi, titolari dell’inchiesta avviata nel 2019, hanno fissato il calendario delle prossime udienze. Il 10 giugno si discuterà sulla competenza del Tribunale fiorentino e l’inutilizzabilità degli atti che verrà sollevata dai difensori. Il 15 luglio inizieranno gli interrogatori degli imputati. Dopo la pausa estiva, l’udienza riprenderà il 19 settembre con l’inizio della discussione del merito. Tuttavia le fasi dell’udienza preliminare potrebbero essere sospese in attesa della decisione della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato dal Senato in merito ad alcuni messaggi e mail sequestrati a Carrai in cui conversa con Renzi. Nell’udienza di oggi non sono costituite parti civili né la Camera dei deputati né l’Agenzia delle Entrate indicate come persone offese nella richiesta di rinvio a giudizio.

Renzi: «I pm di Firenze siano processati»

«Chiediamo che i magistrati di Firenze siano processati non per le molestie sessuali del procuratore capo Giuseppe Creazzo, perché questo problema riguarda loro e il Csm, non per ciò che ha fatto il dottor Nastasi a Siena» nell’inchiesta sulla morte di David Rossi, «che è uno scandalo assoluto ma non riguarda questo processo. No, noi chiediamo che siano processati per aver violato la Costituzione e la legge, noi chiediamo giustizia», commenta Renzi parlando con i giornalisti all’uscita del tribunale, con riferimento all’esposto presentato a Genova contro i pm fiorentini. «A me interessa dire e ribadire che la verità su Open l’ha scritta chiara la Cassazione in cinque sentenze e che ci sarà solo bisogno di tempo perché si rassegnino anche i pm fiorentini. Ma interessa soprattutto dire e ribadire che i magistrati di Firenze hanno violato la Costituzione e le leggi e dovranno risponderne a Genova, dove quest’oggi invierò ulteriore documentazione», ribadisce il senatore di Iv nella sua enews. «Secondo la Corte di Cassazione il processo Open si dimostra per quello che è, cioè uno scandalo assoluto. La Cassazione - non le difese degli indagati - ha spiegato con chiarezza per cinque volte che l’operato dei magistrati di Firenze ha infranto le regole», incalza l'ex premier. «Ho visto i pm di Firenze violare la Costituzione, violare la legge - aggiunge -. Mi auguro che non abbiano violato la Cassazione inviando il materiale su Carrai al Copasir, perché sarebbe l’ennesimo sfregio alle istituzioni e al diritto. Andiamo avanti con il sorriso. Vogliamo giustizia e la otterremo chiedendo di aprire un procedimento nei confronti dei pm. Quindi, avanti a testa alta».

L'inchiesta

Renzi è imputato per il reato di finanziamento illecito ai partiti assieme all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, agli imprenditore Marco Carrai e Patrizio Donnini, a Boschi e Lotti. La Fondazione, gestita dal cosiddetto "giglio magico" dell’ex presidente del Consiglio, è stata attiva tra il 2012 e il 2018 per sostenere finanziariamente l’ascesa e l’attività politica di Matteo Renzi, prima come sindaco di Firenze e poi come segretario del Pd, organizzando tra l’altro le convention della Leopolda. D ue gli episodi di corruzione per l’esercizio della funzione che vengono contestati entrambi a Lotti, ex membro del cda della Fondazione e membro del governo tra il 2014 e il 2017, prima come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi come ministro dello Sport, periodo in cui, secondo le accuse della Procura, si sarebbe adoperato per promuovere l’approvazione di disposizioni normative favorevoli a due società che avevano finanziato Open, la Toto Costruzioni Generali e la British American Tobacco Italia. Lo stesso reato di corruzione attribuito a Lotti è contestato anche a Bianchi e Donnini, considerato collaboratore diretto della Fondazione (è ritenuto responsabile anche di autoriciclaggio in aziende operanti nel settore del turismo e in acquisti immobiliari). A Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi, in quanto componenti del consiglio direttivo di Open, e a Renzi (che i pm qualificano come «direttore» della Fondazione) è contestato il reato di finanziamento illecito continuato «perché in concorso tra loro» avrebbero utilizzato la Fondazione come «articolazione politico-organizzativa del Partito democratico (corrente renziana)», ricevendo «in violazione della normativa» sul finanziamento pubblico ai partiti contributi in denaro per un totale quantificato dalla procura in 3.567.562 euro provenienti dalle donazioni private dei finanziatori: 257mila per il 2014, 332.500 per il 2015, 1.420.988 per il 2016, 805.010 per il 2017 e 752.064 per il 2018. Talune delle somme versate alla Fondazione sarebbero state utilizzate, inoltre, sempre secondo l’accusa, per fornire a Renzi, Lotti e Boschi «beni e servizi» di cui avrebbero fruito personalmente.