Ha sbagliato chi ha pensato che il Ministro Nordio sarebbe andato in Commissione Giustizia della Camera a ripetere solo ciò che aveva illustrato il giorno prima in Senato. Perché, dopo aver letto la rassegna stampa del mattino con i bilanci positivi e negativi sul suo programma di Governo, ha approfittato per replicare ad alcune critiche. Partendo dal dire che «un altro elemento che ha vulnerato la presunzione di innocenza è stato l’uso strumentale dell’‘informazione di garanzia’ che come disse Flick è diventata ‘garanzia di informazione’», si è poi largamente soffermato sul tema delle intercettazioni.  «Non è vero che ho accusato i pm di aver diffuso le intercettazioni» ma «c’è stato un difetto di vigilanza», «quando, usando questo strumento delicatissimo che vulnera, non vigili abbastanza per evitare che persone, che non c'entrano nulla con le indagini, vengano delegittimate». «Il vulnus non ha colpito solo politici, ministri e amministratori, ma anche magistrati. Oggi ho letto sempre con interesse e grande rispetto il fondo di un importante giornale dove sono stato paragonato a Nerone (Repubblica, Carlo Bonini: Un Nerone si aggira a Palazzo Madama, ndr). Quello stesso giornalista – old men forget dice Shakespeare ma io non dimentico – 25 anni fa pubblicò il libro ‘La toga rossa’ dedicato ad un magistrato che io conoscevo, Ciccio Misiani, tra l’altro fondatore di Magistratura Democratica, quindi non un estremista di destra, che fu letteralmente schiacciato da una indagine illegittima. Un maresciallo di polizia aveva origliato una conversazione da un tavolo all’altro tra Misiani e un'altra persona e aveva trascritto su un tovagliolo le conversazioni. Sono finite negli atti giudiziari e sono state spacciate e contrabbandate come intercettazioni». «Il povero Misiani è morto di crepacuore – ha ricordato Nordio - Vorrei anche ricordare Michele Coiro, altro esponente importante di MD che è stato annichilito da tutta una serie di pettegolezzi sul suo conto. Vorrei ricordare la ministra Guidi, sulla quale sono state diffuse delle assurdità che hanno vulnerato il suo onore e ne hanno determinato le dimissioni. E vorrei ricordare alla fine il mio amico Loris D'Ambrosio, magistrato importante, consigliere del Presidente della Repubblica, deceduto anche lui di crepacuore forse perché coinvolto in questa porcheria di diffusione pilotata e arbitraria di intercettazioni». «Questa – ha detto Nordio con tono severo -  non è civiltà, questa non è libertà, questa è una deviazione dei principi minimi di civiltà giuridica per la quale questo ministro è disposto a battersi fino alle dimissioni». Infine l'omaggio all'avvocatura: «La giurisdizione ha tre gambe: il giudice, il pm ma anche l’avvocato...».