Grazie all’aggiornamento, in nome della trasparenza voluta dal guardasigilli Bonafede, delle schede sul sito del ministero della Giustizia relative ad ogni istituto penitenziario, si è potuto costatare che il sovraffollamento è di gran lunga maggiore da come si evince nelle statistiche generali.

A scoprirlo è Rita Bernardini del Partito Radicale che ha avuto modo di analizzare, scheda per scheda, le celle non disponibili di ogni carcere italiano. Un lavoro, quello dell’esponente radicale, molto approfondito che ha fatto emergere un sovraffollamento reale di gran lunga superiore da quello che emerge sulla carta. In alcuni casi il sovraffollamento risulta più del doppio rispetto a quello che viene riportato nelle statistiche generali.

Non può, ad esempio, non balzare agli occhi il carcere calabrese di Palmi “Filippo Sansone” dove al livello teorico ci sarebbero 138 posti regolamentari, mentre nella realtà non sono disponibili 71 celle con il risultato di avere un sovraffollamento che passa dal 51 per cento ( sulla carta) al 106 percento.

Così come il carcere di Gorizia con 57 posti regolamentari, mentre nella realtà ci sono 33 celle non disponibili e quindi risulta avere un sovraffollamento reale che passa dal 40 percento al 96 percento.

Ma il carcere che supera il guinness dei primati sul sovraffollamento reale è quello di Alba, in Piemonte: sempre sulla carta, la capienza regolamentare risulta di 142 posti, mentre nella realtà ben 109 celle non sono disponibili e quindi dal 32 percento si passa al 139 percento di sovraffollamento reale.

Ricordiamo che parliamo dei dati aggiornati al 30 aprile dove emerge che su una capienza regolamentare di 50. 561 posti, sono presenti 60. 529 detenuti.

Ma, grazie all’attenta analisi dell’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini, si è potuto costatare che ben 3.704 celle risultano non agibili e quindi vanno sottratte al numero della capienza regolamentare. Altro elemento che emerge è che nelle statistiche generali, sicuramente per distrazione, non è stato inserito il carcere femminile di San Vittore, a Milano, dove c’è una capienza regolamentare di 50 posti con la presenza di 90 detenute e quindi con il risultato di avere un sovraffollamento del 180 percento.

Come già riportato da Il Dubbio, l’aggiornamento delle schede informative per ogni carcere è stata una promessa che il ministro Bonafede ha fatto, e mantenuta, a Rita Bernardini in occasione del secondo incontro del 19 marzo scorso. La delegazione del Partito Radicale e dell’Osservatorio Carcere dell’Ucpi gli aveva chiesto, infatti, tra le altre cose di aggiornare e implementare le schede online riguardanti i singoli istituti penitenziari, per renderli sempre più “trasparenti” al cittadino. Detto, fatto. Però non basta.

Rita Bernardini ha trasmesso al capo del Dap Francesco Basentini alcuni piccoli suggerimenti per implementare le schede. Alla voce stanze detentive, mancano le informazioni sul riscaldamento, l’acqua calda in cella e i servizi igienici con o senza aerazione.

Alla voce personale mancano i mediatori culturali. Mentre nella voce “Sanità” occorrerebbe aggiungere se c'è il Sert interno al carcere, la sezione di articolazione psichiatrica, il Centro Diagnostico Terapeutico o Sai ( come si chiama oggi) e se c'è il Reparto detentivo presso l'Ospedale cittadino ( come il Pertini a Roma o Belcolle a Viterbo).

Di tutto il personale sanitario, Rita Bernardini suggerisce che sarebbe interessante sapere quanti sono medici, psichiatri, psicologi, infermieri, specialisti e loro turnazioni ( questo, per responsabilizzare le Asl).

Un'altra cosa che l’esponente del Partito Radicale suggerisce è di aggiungere il prezzario interno per il sopravvitto, questo perché, spiega sempre Rita Bernardini, «sta molto a cuore ai detenuti che sovente si lamentano dell'esosità dei prezzi e scongiura abusi da parte delle ditte fornitrici».