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Sta facendo molto discutere in queste giorni la posizione di Md a proposito degli sgomberi dei migranti che abusivamente occupano gli stabili. Per le toghe progressiste è necessario privilegiare i ' diritti sociali e umani rispetto a quelli di proprietà'. Aldo Morgigni, consigliere del Csm di Autonomia& Indipendenza, la corrente fondata da Piercamillo Davigo dopo la scissione con Magistratura Indipendente, ha una posizione diversa: «L’unica linea possibile è il rispetto della legalità costituzionale: il diritto di asilo è sacrosanto, ma lo sono anche gli altri diritti garantiti dalla Costituzione tra i quali vi è quello di proprietà».
Dottor Morgigni, potrebbe indicarci la posizione della sua corrente sulla vicenda degli sgomberi?
Non rivesto alcun ruolo nell’organizzazione di Autonomia& Indipendenza. So, però, che a breve il gruppo comunicherà la sua presa di posizione ufficiale. L’occupazione abusiva di immobili è al 90% effettuata da cittadini e non da migranti, quindi il problema da questo punto di vista non è strettamente legato all’immigrazione. La questione attuale non è data dal confronto astratto tra i diritti ma dallo stridente contrasto tra la tolleranza politica ed amministrativa verso occupazioni pluriennali, palesemente illegittime ed ottenute con la violenza, e l’improvvisa scelta, sempre politico amministrativa, di dare esecuzione con la forza al rilascio degli immobili senza preavviso agli occupanti e senza trovare una soluzione alternativa, creando così ulteriori prevedibili tensioni per la presenza di centinaia di migranti e rifugiati “allo sbando”. È significativo, comunque, che offerte di sistemazioni alternative, nel caso di Roma, non siano state accettate dagli occupanti. Il capo della polizia – peraltro - ha dichiarato che era stata prevista da due anni una road map per risolvere il problema delle occupazioni a Roma, con uno stanziamento di 130 milioni di euro, ma nulla è stato realizzato. Comunque su queste situazioni di illegalità deve intervenire rapidamente e in modo efficace la magistratura, con gli unici giudizi opportuni che possono esprimere i magistrati: quelli che si concludono con le sentenze. Il Csm, considerata l’attualità del tema, può emanare una circolare con delle linee guida per evitare che gli uffici giudiziari del Paese agiscano "a macchia di leopardo"? Le linee guida sono, appunto, meri auspici non vincolanti. In questo senso il Csm può operare un’azione di raccordo in materia di esecuzione dei provvedimenti penali e civili a seguito dei quali va eseguito il rilascio di immobili abusivamente occupati, ma non può dare “direttive” vincolanti di alcun tipo agli uffici giudiziari o ai magistrati. Il Consigliere del Csm Piergiorgio Morosini, in una intervista a questo giornale, ha dichiarato che il sistema di nomina dei direttivi andrebbe rivisto, in particolare dando maggiore attenzione all’anzianità di servizio. Cioè quello che A& I va dicendo da sempre. Si può dire che la ' sinistra' e la ' destra' giudiziaria sono d’accordo su questo argomento?
A& I non è né di “destra” né di “sinistra”, semplicemente crede che debba prevalere un’applicazione più rigida del diritto costituzionale e dell’ordinamento giudiziario rispetto a scelte intrise di discrezionalità, come quelle talvolta adottate dal Csm. Nel luglio 2015, insieme ad altri componenti laici, proposi di prevedere punteggi che valorizzassero maggiormente non la mera anzianità di servizio ma l’esperienza acquisita nell’esercizio di determinate funzioni ( chi ha fatto per dieci anni il giudice fallimentare, ad esempio, avrebbe avuto un maggiore punteggio per dirigere una sezione fallimentare, venendo così preferito ad altri privi di esperienza del settore). La proposta venne respinta con il voto contrario di tutti gli altri gruppi togati. Un’altra proposta, che ho presentato nel luglio 2016, per incrementare il valore dell’anzianità di servizio per l’accesso alla Cassazione non è stata nemmeno discussa dalla commissione competente. Ovviamente non posso che esprimere soddisfazione se adesso gli altri gruppi togati, in primis Area che ha la maggioranza relativa in Csm, intendono seguire la linea che riduce la discrezionalità per tornare a criteri obiettivi.
Altro punto in comune con la ' sinistra' giudiziaria riguarda i fuori ruolo. Il gruppo di Area si è spaccato sulla nomina di Giovanni Melillo. Md, poi, è contraria al rientro in magistratura per chi abbia svolto un incarico politico ( es. parlamentare, sindaco, ecc.). Concorda?
Mi sono sempre espresso contro qualsiasi impegno dei magistrati in politica. Il rientro dei magistrati dal fuori ruolo per assunzione di un incarico politico, a prescindere dalla durata, può essere disciplinato in modo da non attribuire funzioni giurisdizionali. Su questo speriamo che ci seguano senza tentennamenti anche gli altri gruppi di magistrati, nonostante le note divergenze interne nel caso di Area o la contrarietà espressa o tacita degli altri gruppi.
L’anno prossimo si vota per le elezioni del Csm. Cosa pensa del sorteggio? È fattibile come dicono alcuni suoi colleghi oppure no?
Allo stato il sorteggio “tout court” dei componenti del Csm è di per sé contrario alla Costituzione. La versione “soft” proposta da taluno, con il sorteggio di un’ampia base di eleggibili, è parimenti di dubbia legittimità costituzionale perché escluderebbe dall’elettorato passivo la maggioranza assoluta dei magistrati. Non mi è chiaro, in ogni caso, perché dovrebbero essere sorteggiati solo i componenti eletti dai magistrati, che sono espressione non della politica ma di gruppi dell’associazionismo giudiziario, e non i componenti eletti dal parlamento, che sono di certa provenienza politica e costituiscono ben un terzo del Csm.
Possiamo fare un bilancio a poco più di due anni dalla scissione con Magistratura indipendente?
Non tocca a me tracciare questi bilanci. Il dato obiettivo è che A& I è partita dalle idee ( netta divisione tra politica e magistratura e obiettività nel Csm) di poco più di cinquanta magistrati e dopo un anno ha avuto quasi mille e trecento voti alle elezioni Anm, pari a circa il venti per cento dei consensi e a sei componenti eletti nel Cdc. Per la prima volta, inoltre, il Presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, è stato eletto tra i componenti di un gruppo formatosi appena un anno prima.
Qual è il profilo del magistrato che si iscrive ad A& I?
L’importante è condividere l’idea che un gruppo associativo di magistrati non deve essere un “ufficio di collocamento” per chi aspira a incarichi fuori ruolo o a direttivi, anzi al momento la percentuale di direttivi e semidirettivi che si ispirano alle idee di A& I è ridottissima, non certo per mancanza di qualità o meriti … Nessuno dei nostri aderenti o sostenitori, inoltre, ricopre incarichi fuori ruolo politici. L’idea comune a tanti magistrati che ci seguono è che, una volta fissati parametri realmente obiettivi per il conferimento degli incarichi di ogni tipo, si debba sostenere la posizione del magistrato che risulta prevalente, qualsiasi sia il gruppo al quale aderisce. Soprattutto se non aderisce ad alcun gruppo. L’altro pilastro fondante delle nostre idee è la tutela di condizioni di lavoro dignitose per i magistrati, gli operatori della giustizia e i cittadini. Chi lavora sotto stress perché sovraccarico fino all’inverosimile difficilmente è in grado di rendere un buon servizio. Insomma, la magistrata o il magistrato che ci segue non cerca consensi o potere attraverso l’attività associativa, ma vuole solo riportare l’attività e l’immagine della magistratura nel modello di Giustizia previsto dalla Costituzione che all’art. 104 parla proprio dell’autonomia e indipendenza della magistratura da ogni altro potere dello Stato, in primis dalla politica.
C’è il rischio che A& I si identifichi con il presidente Davigo? Che poi è la critica che è stata fatta ad Mi per Cosimo Ferri. Piercamillo Davigo è uno dei padri fondatori del gruppo e ha meriti che vanno al di là dell’attività associativa. Come presidente Anm ha ridato voce e dignità alla magistratura, invertendo il trend di immagine consolidato da un ventennio di attacchi strumentali, fondamentalmente destinati a favorire un clima che giustificasse l’impunità di fatto per la criminalità dei c. d. white collars. Detto questo in tutte le numerose elezioni dell’Anm e dei Consigli giudiziari, che si sono tenute dopo l’exploit alle elezioni nazionali Anm dello scorso anno, A& I ha registrato una costante crescita senza l’impegno diretto di Davigo. Verso di lui c’è tanta amicizia e affetto da parte degli aderenti ad A& I ma nessuna identificazione “personalistica”. Semplicemente abbiamo una condivisione assoluta dei principi di rettitudine ed integrità che devono ispirare l’azione quotidiana del magistrato, che deve sempre stare lontano dalla politica e pensare solo a fare giustizia.