«II grosso nodo di questa vicenda è la prevedibilità dell’evento è esclusa, non c’è, noi apriamo tutte le porte che abbiamo davanti per verificare cosa è successo e ricostruire il fatto. Sicuramente non vogliamo nessun agnello sacrificale in pasto all’opinione pubblica, non è nel nostro stile. Siamo convinti che tutto quello che deve essere fatto lo si farà nel più breve tempo possibile». Lo ha detto il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi, a margine del vertice investigativo sulla tragedia della Marmolada di domenica quando si è distaccato il gigantesco seracco di ghiaccio che ha causato la morte di 9 alpinisti. Una dichiarazione che forse spegne le polemiche di questi giorni, e liquida le proteste di chi sta cercando a tutti i costi un capro espiatorio.
Trovate due salme, il bilancio delle vittime è di nove persone
Nel frattempo continuano le ricerche dei dispersi. Il ghiaccio si è sciolto e altre due vittime del crollo sono venute al sole. Sono escursionisti che erano in cordata, la cui identità non è ancora nota. Le persone morte accertate salgono a nove, i dispersi scendono a tre e i feriti sono sette, di cui quattro ricoverati in ospedali di Trento e tre in Veneto. Per i soccorritori, accusati da alcuni parenti di persone rimaste sotto la massa di ghiaccio, terra e sassi di non avere effettuato ricerche efficaci, i ritrovamenti sono «la prova che avevamo scelto la strategia giusta e che stiamo facendo tutto il possibile per recuperare le persone». Il metodo usato oggi è stato identico a quello degli ultimi giorni: droni ed elicotteri che per tutto il giorni hanno volteggiato nel cielo. «Lo scenario però è completamente cambiato - spiegano il maresciallo della guardia di finanza Riccardo Manfredi e il presidente del Soccorso Alpino, Maurizio Dellantoni - perché lo scioglimento del ghiaccio ha spazzato via anche il terriccio». Dagli abissi è saltata fuori anche una scarpa di donna che potrebbe appartenere a una persona già individuate tra le vittime oppure essere di una delle disperse. Al momento con certezza si sa che lì sotto c’erano Liliana Bertoldi, Tommaso Carollo, Filippo Bari e Paolo Dani. I Ris di Parma, incaricati dalla Procura di Trento, hanno trascorso la giornata allo stadio del ghiaccio per analizzare i reperti recuperati sul ghiacciaio e confrontarli col dna delle persone che mancano all’appello. Il procuratore Sandro Raimondi ha di nuovo sottolineato l’imponderabilità di quanto accaduto assicurando che non si è alla ricerca di «agnelli sacrificali». Un modo per lasciare intendere che l’inchiesta per disastro colposo, che pure sarà portata avanti con diverse consulenze tecniche e ascolto di testimoni, è un atto dovuto che difficilmente porterà a un processo ma va comunque fatta, e bene, anche per dare le risposte che le famiglie chiedono. «Il tema del cambiamento climatico potrebbe entrare nell’indagine attraverso l’ascolto di esperti» dice Raimondi.