Partito un esposto alla Procura da parte dell’avvocato di Raffaele Cutolo, recluso al 41 bis del carcere di Parma. L'esposto dopo l’esclusiva de Il Dubbio, che ha reso pubblici alcuni passaggi del documento della Ausl locale che dipinge il penitenziario parmense ad “alta complessità sanitaria”. L’avvocato Gaetano Aufiero chiede alla Procura di aprire un’indagine per omissioni d’atti di ufficio. Il legale chiede di accertare se, nel corso dell’istruttoria per la decisione sulla detenzione domiciliare per motivi di salute a Cutolo, sia stata inviata la nota dell’Ausl relativa ai pazienti critici del carcere parmense. Ma andiamo con ordine. Molti sono i passaggi del documento della Ausl dove viene evidenziata una presunta inadempienza da parte della precedente amministrazione penitenziaria sulla collocazione di alcuni detenuti al centro clinico (ora denominato Sai) del super carcere di Parma. Un documento nel quale viene indicata una lunga lista di persone over settanta e con varie patologie che sono “curate” nelle sezioni “comuni” e non nel Sai (Servizio di assistenza integrata - ex centro clinico), tanto che la stessa Ausl consiglia di valutare un differimento pena per la tutela della loro salute. Raffaele Cutolo tra i detenuti a rischio a Parma C’è una prima lista, la più urgente, che è composta da 51 nominativi classificati a rischio per l’età e presenza di importanti comorbidità (la coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo, ndr). Tra i nomi compare anche quello di Raffaele Cutolo al quale, com’è noto, è stata recentemente rigettata l’istanza per la detenzione domiciliare richiesta per le sue drammatiche condizioni di salute. Ed è proprio su questo punto che il legale di Raffaele Cutolo, l’avvocato Aufiero, chiede che siano svolte immediate e mirate indagini finalizzate a verificare se, nell’ambito del procedimento di sorveglianza conclusasi con il rigetto, sia stato consumato il reato di omissione in atti di ufficio. Su che cosa si basa la denuncia Su che base si fonderebbe questa denuncia? Nel decreto di rigetto (in data 12 maggio) viene riportato il dato secondo il quale il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), con comunicazione del 9 aprile, evidenziava che «nell’ambito del circuito 41 bis non vi sono strutture con presidi sanitari in grado di assicurare al detenuto standard assistenziali più elevati rispetto a quelli garantiti presso la Casa di Reclusione di Parma». In sostanza il Dap ha espresso un giudizio di piena idoneità dell’Istituto penitenziario di Parma a fronteggiare le patologie sofferte di Raffaele Cutolo. Peccato però che il documento della Ausl locale di Parma - datato 24 marzo e quindi prima della nota del Dap -, dice tutt’altro. Ma nel decreto del rigetto non se ne fa menzione. Per questo l’avvocato sollecita una indagine, da parte della Procura, per verificare se tale documento della Ausl sia stato messo a disposizione del magistrato (in quel caso, non si profilerebbe alcun reato). Si potrebbe prefigurare una omissione di atti d'ufficio Se risultasse che la trasmissione della nota non è avvenuta, si prefigurerebbe una omissione atti d’ufficio. Resa ancora più grave dal fatto che si parla del diritto alla salute. Come già anticipato da Il Dubbio, oltre a segnalare presunte inadempienze da parte dell’allora amministrazione penitenziaria, l’azienda sanitaria locale ha segnalato che numerosi detenuti sono collocati in maniera inappropriata nelle sezioni comuni che, per condizioni cliniche, sarebbero invece candidabili ad un posto letto del centro clinico. Contrasto tra la nota del Dap e la relazione della Ausl In sintesi, la valutazione della Ausl sembrerebbe in netto contrasto con quanto invece evidenziato dalla nota del Dap menzionata nel decreto del rigetto. Secondo l’avvocato Aufiero, la trasmissione della nota dell’Ausl al magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia è doverosa in ragione del fatto che l’istanza presentata nell’interesse di Raffaele Cutolo si fonda sulle sue condizioni di salute e sulla idoneità del carcere di Parma per fronteggiarle. Ma è stata trasmessa o no al magistrato di sorveglianza? Solo una indagine potrà risolvere questo enigma. Nel frattempo il 29 maggio ci sarà la discussione del provvedimento di rigetto presso il tribunale di sorveglianza di Bologna. Sicuramente non passerà inosservata la nota della Ausl che racconta una storia diversa quanto riferito dal Dap.