Un sindaco sceriffo contro le scritte sui muri di Locri. Giovanni Calabrese, già noto per scritto una lettera a Gesù bambino contro i fannulloni, questa volta ha cambiato registro, offrendo una ricompensa per chi contribuirà ad identificare chi, nella notte tra il 19 e il 20 marzo, ha imbrattato i muri della città con le scritte contro don Ciotti. Sul suo profilo Facebook, giovedì, è apparso un volantino con la scritta “wanted”, montata su un fotogramma estratto da una delle telecamere esterne al centro di aggregazione.

La foto inquadra un ragazzo di circa 170 centimetri, felpa bianca, mancino, che in 15 secondi ha disegnato sul muro una delle scritte incriminate: “Don Ciotti sbirro e più sbirro il sindaco”. Una frase che in molti, con faciloneria, hanno attribuito alla ‘ ndrangheta, che mollate le pistole avrebbe deciso di armarsi di spray nero per “terrorizzare” la città con scritte irriverenti alla vigilia della giornata in memoria delle vittime innocenti delle mafie. «Ecco l’immagine del balordo che arrivato in piazza De Gasperi a bordo di un’Opel Corsa guidata da altro idiota, ha lasciato traccia della propria viltà esponendo l’intera città ad una pessima figura a livello nazionale. Si offre lauta ricompensa a chi fornirà dettagliate notizie utili per poterli individuare». Il volantino richiama il Far West, teatro di scontri tra bande, trasformandosi in etichetta, la stessa che più volte Calabrese ha rifiutato, quando il nome della sua città è stato utilizzato dai media come sinonimo di ‘ ndrangheta. «Una provocazione», dice Calabrese, che ha suscitato le ire di Antonio Guerrieri, referente locale di Sinistra Italiana. «Viene lanciato il messaggio che il vivere civile o meglio che il dovere civico e morale abbiano un prezzo – ha evidenziato -. È così che il nostro sindaco sceriffo si sostituisce a forze dell’ordine e alla coscienza civica».