Il 12 aprile di quest'anno, quando sul primo numero de Il Dubbio uscì la prima puntata del mio Dossier sui Garanti regionali dei detenuti, pensavo sinceramente che quella antica questione di diritti negati, immobile da anni, sarebbe rimasta tale per molto tempo ancora.Fin dal 1987 l'Italia aveva sottoscritto la convenzione dell'Onu contro la tortura, impegnandosi a dotarsi di uno strumento di garanzia dei diritti delle persone in custodia dello Stato, ma soltanto alla fine del 2013 era stata istituita la figura del Garante Nazionale, e la nomina del professor Mauro Palma era finalmente arrivata nel febbraio 2016.La pubblicazione del mio lavoro fu completata in poco meno di due mesi, ed oggi l'intero Dossier si legge nell'archivio del nostro giornale col titolo "Viaggio tra i Garanti dei detenuti nelle regioni italiane", a questo indirizzo: http://ildubbio.news/stories/carcere/27985_viaggio_tra_i_garanti_dei_detenuti_nelle_regioni_italiane/Due situazioni sono cambiate, da allora: in Sicilia il Garante è stato nominato dopo tre anni di sede vacante e dopo vicende non molto edificanti che si leggono nel Dossier; è stato nominato il Garante regionale del Lazio. Tutto il resto è immutato, sia dove esiste la Legge ma non è stato scelto il Garante, sia dove non c'è ancora neppure una legge. In due Regioni è stata presentata una proposta di legge, che sta vagando di commissione in commissione in attesa del dibattito d'Aula.C'è una Regione in cui la vicenda del Garante Regionale sta assumendo l'aspetto di una pantomima teatrale: l'Abruzzo. La legge risale al 2011, ma sul Garante non si vuol decidere. Dapprima non se ne parlava affatto, poi fu presentata la candidatura di Rita Bernardini, che notoriamente, come Marco Pannella ed il Partito Radicale si occupa da decenni di carcere e di giustizia: fu osteggiata con il ridicolo pretesto di una condanna per una azione politica di disobbedienza civile ben nota e politicamente significativa, poi audita in Consiglio. Di riunione in riunione, da più di un anno il Consiglio Regionale mette all'ordine del giorno la nomina del Garante, rinviando sistematicamente la discussione. Il Garante Nazionale, al Congresso Straordinario del Partito Radicale tenutosi nel carcere di Rebibbia la settimana scorsa, ha dichiarato che sarebbe intervenuto personalmente per evitare il protrarsi di una tale grave inadempienza. Ieri il Consiglio Regionale d'Abruzzo era convocato con la nomina del Garante all'ultimo punto dell'ordine del giorno: il Garante Nazionale, nell'impossibilità di essere presente (è in Piemonte per altre riunioni fissate da tempo) ha emesso un comunicato e inviato una lettere al Presidente del Consiglio Regionale d'Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio, chiedendo che «l'attesa nomina del Garante Regionale non venga procrastinata oltre».Ebbene, all'inizio della riunione il consigliere Giorgio D'Ignazio ha proposto una variazione dell'Ordine del giorno portando l'ultimo punto (nomina del Garante) al punto primo: dopo una sospensione, la riunione è ripresa con un certo ritardo, e lo stesso Consigliere D'Ignazio ha proposto il rinvio della votazione sul Garante dei detenuti: la proposta è stata prontamente accolta e fatta propria dal presidente dell'assemblea, ed il Consiglio è passato agli altri argomenti previsti, senza fissare alcuna data per il tema rinviato.Dopo aver assistito in diretta streaming via Internet ad una buona parte della seduta, che altro potevo fare? Ho informato il Garante Nazionale dello sviluppo della vicenda, ed ora ne informo i lettori del Il Dubbio. Non aggiungo commenti.