Giuseppe Cascini, segretario dell'Associazione nazionale magistrati fino al 2012 e attualmente Pm della Procura di Roma nel Pool che indaga su Mafia Capitale, rispondendo questa settimana ad una domanda de Il Dubbio sull'efficacia del disciplinare delle toghe, aveva messo in evidenza alcune anomalie del sistema, troppo spesso condizionato dai risvolti mediatici della condotta incriminata. L'esempio era fra le eventuali responsabilità disciplinari della Pm di Trani, fotografata intenta a farsi baciare il piede da un avvocato, e quelle dei magistrati di Vicenza che (non) avevano negli anni indagato sul crac della locale Banca Popolare.«Quando le indagini sono state trasferite dalla Procura di Vicenza alla Procura di Roma - disse Cascini - si è proceduto con gli arresti e con i sequestri. Scoprendo, nel contempo, che alcuni magistrati che ricoprivano ruoli di vertice negli uffici giudiziari vicentini erano transitati nei ruoli dirigenziali dell'istituto di credito: ecco, io mi preoccuperei maggiormente di individuare meccanismi per sanzionare questi "legami occulti", nei quali spesso le "apparenze" sono salve, ma che "nella sostanza" compromettono gravemente l'imparzialità del magistrato».La vicenda della Banca Popolare di Vicenza è, infatti, emblematica di come alla "forma" non corrisponda la "sostanza". E l'esito dell'inchiesta aperta il mese scorso dal Consiglio superiore della magistratura sui magistrati veneti che, nell'ultimo decennio, hanno sempre puntualmente archiviato ogni indagine sulla Banca Popolare di Vicenza, non accorgendosi che dietro i patinati bilanci dell'istituto bancario guidato dal potentissimo Gianni Zonin si celava, invece, un pauroso buco di bilancio che ha trascinato sul lastrico migliaia di risparmiatori, rischia di essere un buco nell'acqua.La vicenda, per la cronaca, nasce nel 2008, quando Adusbef, Federconsumatori ma anche semplici cittadini iniziarono a segnalare "l'inerzia collusiva della procura della Repubblica di Vicenza" su come venivano gestite le indagini sulla Banca Popolare di Vicenza. Decine di esposti tutti finiti nel cassetto. Nell'ultimo esposto, che ha dato finalmente il via agli accertamenti da parte del Csm sulle toghe venete rimaste inerti davanti al crac della Popolare di Vicenza, è ricostruita la storia delle indagini aperte nei confronti dei vertici della banca, a partire dall'ex presidente Gianni Zonin, e finite nel nulla. In particolare, tra i provvedimenti da esaminare si ricorda «l'archiviazione - chiesta dal pm Angela Barbaglio e firmata dal giudice Eloisa Pesenti - della denuncia del 2008 di Adusbef che riteneva eccessivi i 58 euro per azione BpVi». La richiesta non fu comunicata alle associazioni dei consumatori, che si rivolsero alla Cassazione, la quale a sua volta rimandò gli atti a Vicenza. Ma qui si registrò una nuova archiviazione. Il procuratore dell'epoca Antonio Fojadelli trattenne l'inchiesta e chiese l'archiviazione per Gianni Zonin e il consigliere delegato Glauco Zaniolo per truffa, false comunicazioni sociali e conflitto di interesse. Il non luogo a procedere fu firmato dal giudice Stefano Furlani. I sostituti procuratori generali veneziani Pietro Emilio Pisani e Elio Risicato fecero ricorso. Ma la Corte d'Appello, allora composta da Alessandro Apostoli Cappello, Elisa Mariani e Irene Casol, confermò la decisione di Vicenza.Archiviazioni che vanno lette alle luce dei "legami occulti" evidenziati da Cascini. Il procuratore di Vicenza che archiviò le indagini a carico di Zonin, Fojadelli, una volta andato in pensione divenne consigliere di Nord Est Merchant srl, controllata da Banca Popolare di Vicenza. La presidente della Corte di Appello che respinse il ricorso, Manuela Romei Pasetti, lasciata la toga, è diventata consigliere di Banca Nuova, sempre controllata da Banca Popolare di Vicenza. Una nuova vita professionale. Su costoro il Csm - come ha sottolineato il Vice presidente Giovanni Legnini - «ha delle competenze limitate non potendo valutare condotte dei magistrati non più in servizio». Forse, sono altri i comportamenti su cui bisognerebbe scandalizzarsi rispetto a quello del Pm che si fa baciare il piede.