Il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Basentini annulla, attraverso un provvedimento ha annullato la circolare che obbligava lo spegnimento della tv entro mezzanotte per tutti i detenuti. La motivazione è ben spiegata. «La fruizione dei servizi e dei benefici offerti dagli apparecchi radio e/ o televisivi – si legge nel provvedimento – costituisce un fattore di sostegno al benessere della popolazione detenuta, contribuendo a lenire l’acuirsi dei disagi tipici della stagione estiva».

Aggiunge che, in un’ottica più generale, un’imposizione oraria rigorosamente vincolante, che non tenga conto delle singole realtà e dei casi concreti, «può risultare priva di qualsiasi utilità non solo per la popolazione detenuta, ma anche per l’amministrazione». La decisione di annullamento della scorsa circolare, come si legge nel provvedimento, è stata presa considerando soprattutto la stagione estiva che crea disagi all’interno degli istituti penitenziari, in ragione delle elevate temperature che aggravano le condizioni della detenzione. «Tali circostanze – si legge nel provvedimento – posso causare un aumento del rischio di atti autolesionistici e autosoppressivi, ma anche contribuire a determinate aggressioni contro il personale in servizio e azioni rivolte contro l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari». Si fa cenno, per corroborare le motivazioni dell’annullamento, che l’entrata in vigore delle scorse disposizioni aveva di fatto impedito la visione del docufilm “Viaggio nelle carceri”, promosso dalla Corte Costituzionale, tanto che si rese necessario, su sollecitazione del Dap, un intervento di rettifica sulle modalità orarie di utilizzo degli apparecchi televisivi.

Sempre nel provvedimento, il capo del Dap sottolinea l’importanza della televisione, il mezzo di informazione più utilizzato e che, a livello normativo, «viene preso in considerazione, tra l’altro, dalle regole penitenziarie europee, quando si stabilisce che ai detenuti deve essere permesso di tenersi informati regolarmente degli avvenimenti pubblici anche mediante la visione di trasmissioni televisive, a me che non vi sia un divieto specifico imposto dall’autorità giudiziaria su un singolo caso e per un periodo determinato».

Sulla scorta di tali argomentazioni, quindi, al Dap appare opportuno ripristinare le disposizioni preesistenti. Resta però la discrezionalità di ogni singolo direttore di istituto. «Saranno i regolamenti interni di singoli istituti – si legge sempre nel provvedimento – a prevedere la possibilità di spegnere coattivamente luci, radio e televisioni così come, del resto, già previsto all’articolo 6 comma 3, del regolamento penitenziario». Quindi, l’organizzazione della vita quotidiana all’interno degli istituti penitenziari, l’orario di inizio e di conclusione delle attività, ed anche il tempo da dedicare al riposo notturno, saranno determinati da ciascuna realtà territoriale e potranno essere modificati al variare delle stagioni. Sarà quindi cura delle direzioni degli istituti penitenziari impartire le necessarie disposizioni affinché gli orari di accensione e spegnimento di radio e tv nelle celle, rispondano alle regole di ordinata convivenza. In sintesi non c’è più l’uniformità dell’obbligo di spegnere la televisione a mezzanotte per tutti gli istituti, ma la decisione sarà, appunto, discrezionale.