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Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier e leader di Iv Matteo Renzi, sono stati rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta per il fallimento delle cooperative "Delivery Service Italia", "Europe Service" e "Marmodiv", insieme ad altri 14 imputati. La richiesta accolta dal gup era stata avanzata dal procuratore aggiunto del tribunale di Firenze, Luca Turco. I reati ipotizzati sono: bancarotta fraudolenta e emissione di fatture false. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 1 giugno. Lo scorso 3 marzo, in apertura dell’udienza preliminare, il pm Luca Turco aveva depositato una memoria integrativa per rafforzare l’accusa nei confronti degli imputati. Per i reati loro contestati nel febbraio del 2019, Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli finirono anche agli arresti domiciliari. La procura di Firenze, che già li aveva indagati per false fatture, contestava loro le bancarotte di due società. Nel corso delle indagini ne fallì anche una terza. Delivery, Europe service, Marmodiv: tre cooperative considerate dall’accusa la "galassia Tiziano" e gestite di fatto dai genitori dell’ex premier Matteo, anche se ufficialmente non figuravano tra gli amministratori. Tutte operavano nel campo della distribuzione porta a porta di depliant pubblicitari. Tra i reati contestati ai genitori dell’ex premier anche quello dell’emissione di false fatture al fine di evadere le imposte sui redditi. L’indagine era partita dalla "Delivery Service Italia", cooperativa dichiarata fallita a giugno 2015 e di cui Tiziano Renzi e Laura Bovoli sarebbero stati, per la Procura, amministratori di fatto fino a giugno 2010. In questo caso, sempre secondo i pm, i due coniugi, con altri, avrebbero cagionato «il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell’aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, o comunque, aggravando il dissesto». Per quanto riguarda la "Europe Service", fallita ad aprile 2018, invece i coniugi Renzi - considerati dalla Procura «amministratori di fatto fino a dicembre 2012» - sono accusati, con altri, di aver sottratto «con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili». C’è poi il caso della "Marmodiv", cooperativa fallita con sentenza del Tribunale di Firenze il 20 marzo 2019. La bancarotta fraudolenta in questo caso viene contestata oltre che a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, anche a Giuseppe Mincuzzi «presidente del cda fino al marzo 2018» e a Daniele Goglio «amministratore di fatto fino a marzo 2018» della "Marmodiv". In aula, nelle due parti dell’udienza preliminare iniziata la scorsa settimana, Tiziano Renzi e Laura Bovoli non sono mai comparsi. A rappresentarli, c’erano i loro avvocati, tra i quali Federico Bagattini. «La decisione del gup era attesa visto il tipo di vaglio a cui è questo chiamato per legge. È però emerso già dalle carte la prova della infondatezza del castello accusatorio, il cui accertamento necessariamente dovrà avvenire in dibattimento. Confidiamo quindi di poter confutare la tesi inquisitoria in tale sede», spiegano gli avvocati.