Il Portavoce e il Direttivo della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, «ancora una volta, manifestano grande preoccupazione per la totale indifferenza della politica rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti e al peggioramento delle condizioni di vivibilità nelle carceri italiane. Per questo motivo è stato elaborato un documento contenente proposte di misure urgenti da mettere al più presto in campo e da diffondere alle istituzioni politiche, al Ministro della Giustizia, al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e alla società civile». È quanto si legge in una nota, che riporta alcune principali proposte elaborate dal Portavoce Samuele Ciambriello e dai membri del Direttivo Luca Muglia, Bruno Mellano, Veronica Valenti, Valentina Farina, Francesco Maisto, Valentina Calderone. 

Le proposte prevedono: l’approvazione urgente di misure deflattive del sovraffollamento, partendo dalla discussione e dall’approvazione parlamentare di misure immediatamente deflattive del sovraffollamento e facilmente applicabili, come la proposta, presentata dall’On. Giacchetti quale primo firmatario (AC 552), di modificare l’istituto della liberazione anticipata e prevedendo uno sconto di ulteriori 30 giorni a semestre, per i prossimi due anni, rispetto a riduzioni già concesse dal 2016 ad oggi (30 + 45). Garantire l’accesso alle misure alternative ai detenuti che, tra quei circa 30mila che stanno scontando una pena/o un residuo di pena inferiore ai tre anni, si trovano nelle condizioni di potervi accedere. Di questi, 5.080 detenuti devono scontare appena 8 mesi di carcere. Discutere sulla circolare sul riordino del circuito della media sicurezza (DAP circ. n. 3693/6143 del 18 luglio 2022), visto che la maggior parte dei detenuti si trova a trascorrere circa 20 ore in celle chiuse. Risulta di importanza fondamentale il tema dell’affettività in carcere.

Il Portavoce e il Direttivo della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali sottolineano che, ancora oggi, né in via amministrativa né in via legislativa si è inteso prendere posizione sulla sentenza auto applicativa della Corte costituzionale n. 10 del 2024 in tema di tutela del diritto all’affettività delle persone detenute e del diritto a colloqui riservati e intimi (senza controllo visivo). Occorre da subito, aumentare le telefonate e le videochiamate in modo omogeneo e razionale.