«Il tasso di sovraffollamento, il numero di suicidi, le criticità nell'assistenza sanitaria espongono le persone detenute e quelle che in carcere lavorano a una quotidianità che rischia di porre in discussione i diritti fondamentali della persona e compromettere la funzione di reinserimento sociale che la Costituzione indica come coessenziale all'esecuzione delle pene». Lo scrive Magistratura democratica in un documento, ricordando che «lo stesso presidente della Repubblica ha sottolineato quanto sia indispensabile affrontare immediatamente la situazione, con l'adozione di interventi urgenti. È necessario riformare il sistema dell'esecuzione penale, in modo da poter riaffermare il volto costituzionale della pena e assicurare la dignità di ogni persona che si trova a vivere e lavorare in carcere».

Per Md, «sono auspicabili interventi che possono offrire una risposta nell'immediato: la rapida approvazione di un provvedimento legislativo sulla cosiddetta liberazione anticipata speciale, la previsione, calibrata secondo razionali criteri di priorità, della sospensione dell'ordine di esecuzione della pena detentiva (ove essa debba essere eseguita in strutture sovraffollate), l'approvazione di provvedimenti di clemenza».

Non solo: Magistratura democratica rileva che sono anche «necessari» interventi «di medio e lungo periodo», quali «un ripensamento dell'edilizia penitenziaria, ma, soprattutto, un potenziamento delle risorse umane (polizia penitenziaria, operatori sanitari, educatori, Uepe, magistratura di sorveglianza)», nonché un «ripensamento delle modalità di esecuzione della pena detentiva, immaginando la costruzione di percorsi trattamentali differenziati e capaci di proporre alle persone detenute concrete possibilità di reinserimento sociale al momento della conclusione della pena detentiva», un rafforzamento «del sistema delle pene sostitutive, con un più ampio coinvolgimento di enti territoriali e mondo delle associazioni nella costruzione di percorsi di reinserimento sociale» e «delle strutture deputate a trattare il disagio psichico degli autori di reato», oltre a un «ripensamento di alcune politiche penali informate a una cultura sicuritaria rivelatasi poco efficace e per lo più carcerogena».

Per Magistratura Indipendente, «solo assicurando autentiche e concrete condizioni di dignità alle persone sottoposte all'esecuzione penale e rendendo non utopica la promessa di reinserimento sociale si riuscirà ad ottenere un avvicinamento alla funzione che la Costituzione assegna al diritto penale».