Si decide oggi. La commissione Bilancio del Senato si riunisce dalle 9 di stamattina per concludere lesame degli emendamenti al decreto fiscale, e per definire dunque il testo da affidare allaula di Palazzo Madama. Tra le modifiche proposte ce nè una di particolare importanza per lavvocatura: lemendamento, presentato dal relatore Silvio Lai (Pd) dintesa con il governo, che inserisce nel collegato alla Manovra le norme sullequo compenso nelle prestazioni legali. «Una battaglia di civiltà» , è stata definita da tutte le più importanti sigle rappresentative del mondo forense, che hanno così condiviso limpegno con cui il Cnf ha sollecitato lapprovazione delle misure. Ma che si tratti dellaffermazione di «un principio rivoluzionario», come lha spesso definito il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin, lo dimostra il fatto che anche altre categorie invocano le norme in favore degli avvocati in quanto propedeutiche a una generale tutela di tutte le libere professioni. È in questa direzione che si è espresso il consigliere nazionale dei commercialisti Giorgio Luchetta, intervenuto a un convegno su mandato professionale e abuso di dipendenza economica, tenutosi ieri nella sede dellOrdine dei commercialisti delle Capitale. «Vogliamo che il provvedimento venga approvato», ha detto Luchetta a proposito dellequo compenso nelle prestazioni legali inserito nel decreto fiscale, «e che costituisca il testo base per introdurre lequo compenso per le altre professioni, come detto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando». Secondo il componente del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili (Cndcec), «grazie allinserimento allinterno del collegato alla Manovra, le norme potranno avere un percorso più veloce» rispetto alliter del ddl ordinario, già allesame della Camera. È un segnale particolarmente significativo anche perché accoglie la linea seguita dal guardasigilli Orlando e dal governo in generale: lapprovazione di una tutela per la professione forense rispetto ai cosiddetti committenti forti va intesa come inversione di tendenza rispetto alle politiche su tutte le libere professioni. Si tratta di una norma apripista rispetto ad altre che potranno essere definite e varate in seguito. La presa di posizione di Luchetta arriva proprio alla vigilia del voto con cui Palazzo Madama potrebbe accogliere lemendamento del senatore Lai che, da relatore del decreto fiscale, ha presentato lemendamento dintesa con lo stesso esecutivo. Significativa è la scelta del Pd, partito di cui Lai fa parte, e del governo: scegliere un veicolo con precedenza assoluta qual è la legge di conversione del decreto sul fisco. Un forte segno di attenzione per lavvocatura, così recepito peraltro da molte rappresentanze territoriali della professione legale. Dopo le prese di posizione di Cassa forense e delle principali sigle associative dellavvocatura (Unione Camere civili, Agi, Aiga), da alcune ore diversi Ordini e Unioni territoriali forensi convocano assemblee straordinarie per approvare delibere in cui viene espresso «pieno sostegno per lincessante opera svolta dal Cnf al fine di giungere alla positiva conclusione delliter delle norme in materia di equo compenso». I documenti sono stati approvati, solo per citare gli ultimi casi, da Unione regionale degli Ordini forensi della Calabria Zaleuco Locrese, Unione regionale dei Consigli degli Ordini forensi dellEmilia Romagna (Urcofer), dal Consiglio degli Ordini forensi abruzzesi (Cofa) e dallUnione Triveneta dei Consigli degli Ordini degli avvocati. Da tutte le componenti si segnala, per citare testualmente la delibera del Cofa, «apprezzamento per il senso di responsabilità dimostrata dal governo e dalle forze politiche, riconoscendo in tale iniziativa una dimostrazione tangibile di sensibilità nei confronti dellavvocatura, del suo ruolo e, quindi, di condivisione dei valori dalla stessa tutelati». Aspetto, questultimo, alla base delliniziativa del Cnf, che ha sempre invocato le misure di riequilibrio nei rapporti tra committenti forti e avvocati in vista del ruolo sociale e della funzione di garanzia del diritto di difesa riconosciuta a questi ultimi dalla stessa Costituzione.