Nascondeva un quintale di marijuana, per questo motivo è stata condannata a due anni e 11 mesi di reclusione. Si tratta però di una pensionata di 72 anni, abitante di Francavilla Fontana, comune di Brindisi. Sino al 29 gennaio scorso, giorno in cui fu arrestata in flagranza di reato, la 72enne francavillese era una insospettabile.

Ad eseguire la perquisizione nell’abitazione della pensionata furono i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Vito dei Normanni, che quel giorno andarono appositamente in trasferta nella città degli Imperiali. Nel vano cantina, adibito a legnaia, che era chiuso a chiave, i militari dell’Arma rinvennero 7 buste in plastica nere, del tipo di quelle impiegate per depositare i rifiuti condominiali, al cui interno c’erano 86 panetti di marijuana essiccata del peso complessivo di 91,7 chili. A distanza di dieci mesi dal blitz, ora le è stata notificata l’arresto e condotta nel carcere di Taranto. Gli stessi carabinieri sanno che la sostanza stupefacente era stata affidata alla pensionata da qualcuno, ovvero la criminalità organizzata che sempre più spesso utilizza persone anziane che, per necessità, hanno bisogno di arrotondare i soldi visto che la pensione non basta.

Così come quest’estate quando, a Ladispoli, hanno tratto in arresto una coppia di anziani - lei di 70 anni ed il marito di 75 -, perché, all’interno di una bambola, nascondevano 55,72 grammi di cocaina. O ancora, questa volta alla stazione di Olbia Marittima Isola Bianca, quando una coppia di anziani distinti con due grandi trolley sono stati fermati a causa del cane antidroga e perquisiti scoprendo che all’interno delle valigie c’erano 64 panetti di hashish da circa un chilo, suddivisi ciascuno in 10 panetti di circa cento grammi, per un totale di 63,5 chili. La coppia di pensionati era pagata da un pusher per trasportare la droga.

Tanti anziani così finiscono in carcere. Secondo l’ultimo dato disponibile, al 30 giugno di quest’anno risultano ristretti nelle patrie galere ben 833 ultrasettantenni. Sempre più anziani si danno al crimine, perché la necessità di superare le ristrettezze economiche può spingere a commettere reati. Secondo i dati recenti dell'Istat, la maggioranza degli anziani che vengono arrestati, sono coloro che hanno commesso reati minori come la detenzione degli stupefacenti o piccoli furti. Si arriva così a casi drammatici, al limite del grottesco, come quello del pensionato genovese che, per arrotondare, si era ridotto a custodire un chilo di cocaina per conto di una gang di spacciatori albanesi. Oppure, l’ 80enne romano soprannominato “il ladro di biciclette”, morto al carcere di Regina Coeli dopo una caduta. Altro caso, del quale Il Dubbio se ne era più volte occupato, riguarda Stefanina Malu, un’anziana di 83 anni che era reclusa nel carcere sardo di Uta per detenzione di droga. Aveva problemi fisici, non riusciva a deambulare e più volte era stata portata all'ospedale. Dopo anni, finalmente, le era stata data la detenzione domiciliare. Aveva fatto appena in tempo ad essere accudita dalla figlia, che si sentì male tanto da essere condotta, d'urgenza, con un'ambulanza in ospedale. Nonostante l'impegno del personale sanitario, l'anziana donna non ce l'ha fatta ed è morta. Oppure, proprio quest’anno, la morte di un 77enne nel carcere di Rebibbia. Si chiamava Salvatore De Bartolo, soffriva di ipertensione e aveva subito un intervento alla retina. Sempre a Rebibbia ricordiamo che c’è l’ 80enne Gino Baccani il quale sconta due condanne a 15 anni per traffico di sostanze stupefacenti. Non è socialmente pericoloso, ma è recluso nel carcere romano fin dal 2014 per reati commessi tanti anni fa e non gli viene concessa la detenzione domiciliare.