DOPO IL CEDIMENTO DI PARTE DEL TETTO DELLUFFICIO GIP

GIUSEPPE BONACCORSI

Un crollo annunciato e un'altra tragedia sfiorata per un soffio al Tribunale di Catania. Il cedimento di parte del tetto della Cancelleria dell'ufficio Gip, per fortuna al termine dell'orario di lavoro, pone nuovamente e urgentemente le autorità davanti allo stato di abbandono delle strutture giudiziarie di una città, sede di Corte d'appello, dove giudici, avvocati e personale già negli anni passati hanno dovuto convivere con cedimenti e infiltrazioni di acqua che nel tempo hanno probabilmente corroso il ferro dei solai. Ma le procedure per il rifacimento del tetto del palazzo, un edificio storico che necessiterebbe di una radicale ristrutturazione, non sono mai state definite e ancora oggi si attende il via libera per l'apertura dei cantieri. Il crollo è la dimostrazione di come tutto l'edificio sia al limite dell'agibilità. Per questo oggi sia l’Ordine degli avvocati di Catania che l’Anm ribadiscono al ministero l’urgenza di interventi risolutivi.

Dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco il presidente del Tribunale, Francesco Mannino, con un provvedimento urgente ha inibito ' a magistrati, personale dipendente, avvocati e pubblico l'accesso presso i locali del terzo piano' disponendo la sospensione delle udienze in presenza della IV sezione civile - sezione fallimentare - sezione imprese e della V sezione civile'. Già poche ore dopo l'episodio è partita la ricerca di una sede temporanea per gli uffici del Gip e il personale, all'incirca una settantina di persone, ( 50 dipendenti e 20- 25 giudici). Una situazione paradossale che, non si sa ancora per quanto tempo, paralizzerà le udienze e il lavoro di settori nevralgici della macchina giudiziaria. «Il problema adesso - ha spiegato Mannino - è reperire urgentemente spazi idonei per alloggiarvi gli uffici temporaneamente sospesi, impresa non affatto facile. Nella situazione di carenza di spazi idonei in cui già ci trovavamo questo nuovo episodio complica non poco la situazione del nostro Tribunale».

Parlano di disastro dell’edilizia giudiziaria i vertici dell'Ordine degli Avvocati etnei che per l'ennesima volta mandano a Roma un segnale di forte critica per lo stato di abbandono degli uffici giudiziari, anche a causa di procedure di progettazione non ancora ultimate che risalgono a oltre due anni fa. Il presidente Rosario Pizzino, non usa mezzi termini per denunciare la pericolosità di alcuni uffici: «Da diversi anni l’Ordine ha fatto numerose istanze alle autorità per intervenire urgentemente sullo stato dell’edilizia giudiziaria a Catania che ha avuto anche altri episodi in precedenza. Tanto per non andare lontani nel tempo due anni fa una lastra di marmo dell’aula Serafino Famà si staccò dalla parete cadendo sul piede dell’avvocata Giulia Bongiorno che riportò una frattura. La Bongiorno era a Catania per l’udienza in difesa dell’ex ministro Salvini. L’anno scorso, invece, abbiamo avuto episodi di allagamenti sia in Tribunale che nel plesso distaccato di via Crispi. Purtroppo – ha aggiunto Pizzino - gli interventi manutentivi non rientrano più nelle competenze dei vertici giudiziari, ma del ministero. Per questo oggi, alla luce dell’ultimo gravissimo episodio, ribadiamo con forza che sono necessari interventi risolutivi per evitare la paralisi della giustizia in una città grande come Catania. È chiaro che questo ennesimo crollo è un duro colpo che produrrà per diverso tempo disfunzioni nelle udienze e alle attività di cancelleria che andranno ad aggravare il brutto periodo di paralisi per il Covid».

La Giunta dell’Anm in una nota riapre il tema del degrado degli uffici giudiziari e scrive che il crollo di Catania “E l’ennesima dimostrazione dell’incuria in cui versano attualmente molti dei palazzi giudiziari. Le precarie condizioni delle strutture non sono più sopportabili. Occorre che le istituzioni intervengano senza ulteriore ritardi nel tutelare la salute e la sicurezza delle migliaia di persone che quotidianamente fanno ingresso negli uffici”.

A Catania da 30 anni è in corso la procedura per la realizzazione del nuovo Tribunale civile che sorgerà al lungomare della città. Solo qualche giorno prima delle sue dimissioni l’ex presidente della Regione Nello Musumeci ha posto la prima pietra dei lavori.