«Chiediamo al ministero al ministero della Giustizia di assumere urgentemente ogni possibile iniziativa al fine di destinare ulteriori unità di personale alla casa circondariale Pagliarelli “Antonino Lorusso” di Palermo e garantire così i colloqui tra difensori ed assistiti loro detenuti nel pieno esercizio della difesa». Durante la seduta del 18 aprile scorso, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati ha deliberato questa richiesta rivolta al guardasigilli dopo aver premesso che da diversi mesi, presso il carcere Pagliarelli, a causa di lunghe attese, si registrano frequenti e gravi problemi nella gestione dei colloqui tra i difensori e e i detenuti, specie in occasione di interrogatori a seguito di ordinanze di custodia cautelare in carcere, con «la conseguente limitazione dell’esercizio del diritto di difesa costituzionalmente garantito».

In questo contesto, quindi, gli avvocati denunciano che «i detenuti subiscono una evidente lesione dei diritti fondamentali». Secondo l’Ordine degli avvocati di Palermo, i ritardi nella gestione dei colloqui sembrerebbero dovuti al numero esiguo di sale dedicate, che non consentirebbero lo svolgimento dei colloqui in contemporanea e dalla carenza di personale destinato a tale attività. Una carenza di personale che, sempre secondo l’Ordine di Palermo, è diventata oramai una «criticità cronica», anche in conseguenza della riforma legislativa che ne ha ridotto la pianta organica complessiva, con la conseguente ed evidente difficoltà per i pochi agenti in servizio di occuparsi di tutte le mansioni alle quali sono preposti. Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo sottolinea che l’importanza dei colloqui con i detenuti ha portato all’introduzione dell’articolo 12 bis del decreto legge numero 207, convertito in legge a febbraio del 2009, che ha introdotto la figura del Garante Regionale dei diritti dei detenuti, al fine di accordare una forma di tutela extra – giurisdizionale alle persone private della libertà, per promuovere l’esercizio dei diritti, verificare le condizioni detentive e il trattamento operato dall’amministrazione e segnalare vari abusi. Per questi motivi, all’unanimità, il consiglio dell’ordine degli avvocati di Palermo ha chiesto un intervento del ministro della Giustizia. Ma ha anche chiesto al direttore del carcere di adibire ulteriori locali in aggiunta a quelli già destinati ai colloqui, nel pieno rispetto della legge e dei diritti di ogni detenuto.