La Costituzione è sana e robusta, come dice il titolo del convegno. Lo certificano tutti interventi, ieri a Roma, al Salone della Giustizia, che ha dato spazio a una sessione inaugurale ricca di nomi illustri. Presentata dal vicedirettore del Correre della Sera, Nicola Polito, la relazione introduttiva è stata affidata al presidente della Corte costituzionale, Giorgio Lattanzi: «La Costituzione è giovane nei suoi principi e valori e la Consulta è garante dei modi attraverso i quali i valori costituzionali vengono riconosciuti nella società». Eppure, la Costituzione «non può essere il frutto solo di tecnica giuridica, ma è il prodotto di eventi storici: nel nostro caso, la guerra e il fascismo. In un anno e mezzo i costituenti superando contrasti e divisioni, e hanno approvato a grande maggioranza un testo complesso e bello, nonostante fossero anni divisi da profonde ideologie». Secondo il presidente, «i costituenti hanno costruito un sistema che garantisse tutti, forti del comune intento di dare un futuro di democrazia e libertà». Proprio per questa ragione, «l’agire politico contingente non deve toccare la trama costituzionale: il popolo si identifica coi valori costituzionali perchè ne percepiscono la stabilità. La Carta non deve essere mai percepita come una componente ondivaga dell’ordinamento» . La Costituzione, tuttavia, non è solo frutto di valori condivisi, ma anche «di grande lungimiranza dei costituenti, dimostrata dal fatto che tutt’oggi - offre stimoli e garanzie ancora attuali», ha chiosato la vicepresidente dell’Università Luiss ed ex ministro della Giustizia, Paola Severino.

«Si sono sapute coniugare rigidità ed elasticità di sistema, come dimostra il grande lavoro dei giudici costituzionali, che hanno instaurato uno straordinario dialogo con le corti europee, usando un linguaggio nuovo di applicazione di principi sostanziali, come dimostrano le sentenze Taricco, Contrada e Coppola». Infine, Severino ha citato «la piena efficacia del principio di rieducazione della pena carceraria come una tappa del cammino che la nostra costituzione saprà compiere». Concorde anche il presidente aggiunto della Corte di cassazione, Domenico Carcano, il quale ha sottolineato come «la nostra Costituzione non è immobile: ha dei punti fermi ma si apre verso le vie dell’avvenire e dei nuovi valori da tutelare». Più centrato sull’attualità è stato invece l’intervento dell’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione camere penali italiane. «Il fatto che tre corti, Lecce Napoli e Venezia, abbiano potuto rinviare al vaglio della Corte costituzionale la legge Spazzacorrotti dimostra come il nostro ordinamento abbia una regime di tutela vivissimo», ha ricordato il presidente, sottolineando - a proposito delle modifiche apportate alla Carta - come «la riforma dell’articolo 111 ha dato forza al giusto processo, davanti a giudice terzo ed equidistante. L’evoluzione ha funzionato perchè è stata una modificazione del testo coerente come naturale evoluzione dei principi fondamentali».

Il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin ha invece ricordato il «viaggio della Corte fuori dal palazzo, consapevole di un ruolo che non può essere meramente tecnico. Non a caso si è recata nelle carceri e nelle scuole». Il presidente ha ricordato come tutte le professioni che ruotano intorno alla giustizia hanno un ruolo sociale. «La Costituzione ha un filo conduttore: il rispetto. La carta ci spiega che gli equilibri di una società si basano sul rispetto reciproco: oggi invece il compromesso è considerato in modo negativo. Noi viviamo una fase storica in cui la dialettica è sacrificata a un linguaggio violento e compresso in slogan dove non si cerca di affermare una idea per i contenuti ma per la violenza del messaggio», ha argomentato Mascherin, concludendo con un appello ai giovani: «Recuperate l’insegnamento della carta che ha al centro il debole, la solidarietà e il rispetto delle libertà altrui». Infine, alla domanda su quali modifiche introdurrebbe, ha ricorda l’iniziativa dell’avvocatura di chiedere l’inserimento della figura dell’avvocato in Costituzione, come elemento riequilibratore della giurisdizione. A questa stessa domanda, il costituzionalista Massimo Luciani ha risposto che «servirebbe dare applicazione in modo compiuto all principio di uguaglianza sostanziale. Oggi, invece, l’ascensore sociale sembra essersi bloccato». A chiudere la tavola rotonda è intervenuto il giurista e presidente dell’evento, Carlo Malinconico, il quale ha auspicato «che si dia attuazione in modo più compiuto al principio di imparzialità della Pubblica amministrazione», ricordando tuttavia come qualsiasi modifica della Carta debba avvenire in modo compiuto, «non pensando che la Costituzione sia divisa in compartimenti stagni, ma consapevoli che si tratta di una struttura organica».