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Ormai manca solo la firma del Quirinale e poi, avendo ricevuto il placet dalle commissioni Giustizia di Senato e Camera, Felice Maurizio D’Ettore, Irma Conti e Mario Serio saranno i nuovi componenti del collegio nazionale del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. In particolare sulla nomina di D’Ettore come presidente sono arrivati 20 voti favorevoli e 5 contrari, su quella relativa a Conti 20 voti favorevoli e 5 contrari, mentre sulla nomina di Serio 19 voti favorevoli e 6 contrari.
Si sono espressi per l’ok alle proposte i gruppi di maggioranza e il Movimento 5 stelle, visto l’accordo raggiunto con la maggioranza sulla loro proposta del nome di Serio. «Abbiamo votato contro il parere sulla nomina del nuovo Garante dei detenuti: nessuna preclusione personale, ma ci è stato impedito di poter audire i soggetti in commissione, anche per la massima trasparenza. Questa blindatura da parte della maggioranza è stata incomprensibile. Auguriamo comunque un buon lavoro, per un ruolo così importante e delicato», ha commentato Devis Dori, capogruppo di Alleanza verdi- sinistra in commissione Giustizia alla Camera.
Stessa linea quella adottata dal Partito democratico: «Abbiamo votato contro la nomina dei nomi designati dal governo per il ruolo di garante e stigmatizzato duramente la scelta della maggioranza di rifiutare le audizioni che avrebbero consentito un approfondimento più rigoroso sulla scelta delle figure individuate che andranno a ricoprire un ruolo così delicato. Da una prima analisi dei curricula si è constatato che questi profili non si sono occupati delle tematiche che sono oggetto del lavoro del garante per i detenuti e per le persone private della libertà personale. In più, non abbiamo avuto risposte circa i rischi di incompatibilità previste dalla legge che impediscono di ricoprire il ruolo. Eravamo in presenza di una scelta estremamente delicata che andava gestita diversamente. Per questo il Partito democratico ha espresso un voto contrario», hanno dichiarato Federico Gianassi, Debora Serracchiani, Marco Lacarra, Alessandro Zan, Michela Di Biase.
La domanda resta allora: perché non farli audire davanti ai Commissari? Nelle commissioni delle due Camere spesso si sprecano le audizioni su ogni possibile argomento e adesso invece la maggioranza ha detto no. Viene da pensare che le scelte compiute non siano basate sul merito, ma sulla spartizione politica della posizione del Garante, come sospetta più di qualche parlamentare. Anche perché lo stesso ministro Carlo Nordio aveva proposto Rita Bernardini, presidente di “Nessuno tocchi Caino” e le era stato fatto un colloquio, a seguito del quale ha ricevuto una email dal ministero in cui leggeva che era stata scelta per essere parte del Collegio. Improvvisamente, però, tutto è stato annullato. Chi ha preso la decisione di questa marcia indietro? E poi, tutti i designati hanno fatto il colloquio dinanzi al capo di gabinetto Rizzo? Da via Arenula nessuna risposta dettagliata. Intanto siamo già a 53 suicidi nelle carceri, come denunciato dal Garante uscente Mauro Palma. I nuovi membri sono pronti ad affrontare le grandi sfide che li attendono con la stessa capacità e caparbietà della terna uscente?