Seconda udienza questa mattina al Tribunale di Firenze, davanti al gip Sara Farini, per la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dalla Procura, per 15 indagati, di cui 4 sono società, nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open su presunte irregolarità nei finanziamenti: tra di essi figurano il senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, la deputata Maria Elena Boschi, capogruppo Iv alla Camera, e il deputato del Pd Luca Lotti.

Fondazione Open, nuovi atti d'indagine della procura di Firenze

La procura di Firenze ha depositato nuovi atti di indagine nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open che vede tra gli indagati il senatore Matteo Renzi e i componenti del cosiddetto "giglio magico". Il procuratore aggiunto Luca Turco, titolare dell’inchiesta insieme al pubblico ministero Antonino Nastasi, ha precisato durante l’udienza che i nuovi atti di indagine sono relativi ad attività investigative svolte, come prevede il codice di procedura penale, dopo l’avvio dell’udienza preliminare. Il migliaio di nuove pagine si aggiunge così alle oltre novantamila già depositate Gli avvocati delle difese hanno chiesto pertanto lo slittamento dei termini per poter esaminare le nuove carte prodotte dall’accusa. Il gip Farini ha pertanto disposto l’aggiornamento dell’udienza preliminare per prossimo 19 settembre. In quella sede, ha spiegato il giudice, verranno affrontate anche le questioni preliminari e le eventuali eccezioni sollevate dalle difese degli imputati.  Un altra udienza prevista inizialmente per metà luglio pertanto non si terrà. All’udienza di questa mattina erano presenti solo i difensori mentre non si sono presentati gli imputati. Alla prima udienza, lo scorso 4 aprile, si era presentato, unico tra gli imputati, il senatore Renzi. L’ex presidente del Consiglio è indagato per il reato di finanziamento illecito ai partiti assieme all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, agli imprenditori Marco Carrai e Patrizio Donnini, a Boschi e Lotti. Due gli episodi di corruzione per l’esercizio della funzione che vengono contestati entrambi a Lotti. Lo stesso reato di corruzione attribuito a Lotti è contestato anche a Bianchi e Donnini, considerato collaboratore diretto della Fondazione (è ritenuto responsabile anche di auto-riciclaggio in aziende operanti nel settore del turismo e in acquisti immobiliari). A Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi, in quanto componenti del consiglio direttivo di Open, e a Renzi (che i pm qualificano come «direttore» della Fondazione) è contestato il reato di finanziamento illecito continuato «perchè in concorso tra loro» avrebbero utilizzato la Fondazione come «articolazione politico-organizzativa del Partito democratico (corrente renziana)», ricevendo «in violazione della normativa» sul finanziamento pubblico ai partiti contributi in denaro per un totale quantificato dalla procura in 3.567.562 euro provenienti dalle donazioni private dei finanziatori. L’ex presidente Bianchi è accusato anche del reato di fatture false. La Fondazione, gestita dal cosiddetto "giglio magico" dell’ex presidente del Consiglio, è stata attiva tra il 2012 e il 2018 per sostenere finanziariamente l’ascesa e l’attivitа politica di Matteo Renzi, prima come sindaco di Firenze e poi come segretario del Pd, organizzando tra l’altro le convention della Leopolda.