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La nuova sfida per l’avvocatura in tema di «organizzazione, la gestione dei rischi, la responsabilità civile e l’assicurazione obbligatoria». Questo il tema del convegno, organizzato a Roma nella giornata di venerdì 5 maggio da Asla e Insurance Skills Jam ( con il patrocinio di Cassa Forense, Consiglio Nazionale Forense, Ordine degli Avvocati di Roma, Ania, Acef e Aiba).
L’obiettivo, ha chiarito l’avvocato Marco Ferraro, è quello di sensibilizzare i colleghi sui «mutati scenari in materia di responsabilità civile», che presuppongono un «cambiamento culturale per la nostra categoria».
Avvocato Ferraro, quando scatta la responsabilità civile dell’avvocato?
Nella cultura del professionista in generale e dell’avvocato in particolare, è ancora radicata l’idea che il “bravo professionista” non debba sbagliare e che il risultato finale dipenda “non totalmente” da lui, ma dal Giudice, dalla inefficienza della giustizia, dal collaboratore, dalla sfortuna. Questa idea trae forza nella previsione dell’art 2236 del Codice Civile che, per le obbligazioni di mezzi prevede «Se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il prestatore d’opera non risponde dei danni, se non in caso di dolo o colpa grave». Oggi lo scenario della responsabilità civile dell’avvocato è radicalmente cambiata, grazie agli strumenti conoscitivi come internet e tecnici come il processo telematico a disposizione del professionista.
Aumentano pertanto i casi in cui l’avvocato non possa invocare l’applicabilità di tale limitazione di responsabilità.
La legge professionale prevede l’assicurazione obbligatoria dell’avvocato e il governo ha approvato il decreto attuativo. Come valuta il testo e questa obbligarietà?
Il testo del Decreto, seppur con molti dubbi interpretativi e criteri di determinazione dei limiti d’obbligo discutibili, poiché basati su pochissimi dati oggettivi e privi ad oggi di dati di riscontro statistico, costituisce la base per l’avvio di un processo di acquisizione di informazioni sui sinistri che porterà in tempi ragionevoli alla creazioni di banche dati utili per una più analitica e puntuale analisi dei rischi assicurati e, conseguentemente, ad una miglior determinazione dei premi assicurativi.
In quale modo ritiene possa essere un’opportunità per l’avvocatura?
L’avvocatura, soprattutto quella statisticamente prevalente, basata su studi di singoli professionisti, con o senza collaboratori, avrà la necessità di approcciarsi diversamente alla gestione dei rischi professionali, il cui governo presuppone una “organizzazione” del proprio lavoro, basata su procedure, regole e sistemi di controllo, e comporterà la necessità di un cambio culturale da parte degli avvocati, in ordine alla consapevolezza della propria fallibilità. Come diceva Karl Popper, «Nascondere i propri errori è il più grave dei peccati intellettuali». Queste regole organizzative, quelle di “normazione volontaria”, culminante con i sistemi di gestione della qualità, risulteranno fondamentali non solo ai fini del rispetto degli obblighi di legge e deontologici, ma anche per il controllo e la diminuzione degli errori professionali, con conseguente minor costo delle coperture assicurative.