Non solo i referendum sulla giustizia promossi dal Partito Radicale e della Lega: questa estate gli italiani saranno chiamati a sottoscrivere anche un quesito sulleutanasia, promosso dalla Associazione Luca Coscioni. «Il referendum scrivono i promotori vuole abrogare parzialmente la norma penale che impedisce lintroduzione delleutanasia legale in Italia. Lomicidio del consenziente non è altro che un reato speciale inserito nellordinamento per punire leutanasia. Con questo intervento referendario leutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Consulta sul Caso Cappato, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni». Leutanasia attiva è vietata dal nostro ordinamento sia nella versione diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco eutanasico alla persona che ne faccia richiesta, sia nella versione indiretta, in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona, fatte salve le scriminanti procedurali introdotte dalla Consulta con la sentenza Cappato. Forme di eutanasia passiva, ovvero praticata astenendosi dallintervenire per tenere in vita il paziente in preda alle sofferenze, sono già considerate lecite soprattutto quando linterruzione delle cure ha come scopo quello di evitare il cosiddetto accanimento teraputico. Per Marco Cappato, tesoriere dellAssociazione Coscioni, «dopo aver contribuito allentrata in vigore della legge sul testamento biologico e aver conquistato nei Tribunali precedenti cruciali per chi vive con terribili sofferenze, abbiamo deciso di promuovere un referendum per arrivare a legalizzare leutanasia. Si tratta di una parziale abrogazione dellarticolo 579 del codice penale che andrebbe a depenalizzare l omicidio del consenziente, lunica fattispecie che nel nostro ordinamento assume un ruolo centrale nellambito delle scelte di fine vita, dal momento che non esiste una disciplina penale che proibisca in maniera espressa leutanasia. In assenza della menzione stessa del termine eutanasia nelle leggi italiane, la realizzazione di ciò che comunemente si intende per eutanasia attiva (sul modello olandese o belga) è impedito dal nostro ordinamento. In caso di approvazione, passeremmo dal modello della indisponibilità della vita, previsto dal codice Rocco del 1930, a quello della disponibilità della vita e dellautodeterminazione individuale previsti dalla Costituzione. Una modifica che andrebbe incontro anche a tutte quelle persone che vivono sofferenze insopportabili ma non sono dipendenti da trattamenti di sostegno vitale. È arrivato il momento che siano i cittadini a decidere su un tema che la politica continua a rifiutarsi di affrontare. Sono passati quasi otto anni da quando è stata depositata la proposta di legge diniziativa popolare per leutanasia legale, il Parlamento non lha mai discussa nonostante le ripetute sollecitazioni della Corte costituzionale. Per questo abbiamo iniziato a raccogliere le 500mila firme, che adesso possono essere autenticate anche dagli avvocati) da depositare in Cassazione entro il 30 settembre. Se non si interviene ora con il referendum, il problema rimarrà ignorato per molti anni. Per rispetto alle troppe persone costrette a subire condizioni di sofferenza insopportabile imposta dallo Stato italiano, dobbiamo farlo adesso». Di parere opposto la senatrice dellUdc Paola Binetti: «Veniamo dallesperienza difficile del covid, durante la quale abbiamo visto tante persone morire da sole negli ospedali e nelle Rsa, con lunico desiderio, grande e profondo, di voler vivere e di volerlo fare accanto alle persone a cui si vuole bene. Io non ho sentito alcuna notizia di qualcuno che in questo periodo abbia chiesto di morire. A me sembra che questa insistenza assoluta per la legalizzazione delleutanasia voluta da alcuni rappresenti una scelta ideologica in virtù della quale i bisogni veri delle persone sono lasciati in un angolo. La gente vuole vivere. Noi stiamo cercando di fare degli investimenti, anche con il Pnrr, per migliorare la qualità della vita delle persone, per portare le cure a casa dei pazienti. Per chi si trova in gravi condizioni, noi come governo, Parlamento, come Paese dobbiamo moltiplicare gli aiuti e le risorse di cui hanno bisogno». Tuttavia nel caso di Dj Fabo, il ragazzo aveva intorno a sé tutto l'amore possibile e la migliore assistenza. Eppure non è bastato: «Se non ci fosse stata questa volontà ideologica di insistere sulla possibilità di ricorrere alleutanasia in Svizzera, forse Dj Fabo sarebbe ancora vivo. Non possiamo dimenticare che quel caso aggiunge la senatrice Binetti è diventato la bandiera elettorale di Marco Cappato, ritenuto ormai paladino della eutanasia. Si tratta di un messaggio attraverso cui può richiamare su di sé i riflettori. Capisco che quando questi riflettori si girano da unaltra parte si sollevi nuovamente il problema per spostare lattenzione sulla volontà di morte, come forma di presunta libertà radicale. Io mi sarei augurata un impegno ben diverso per venire incontro alle persone con gravi e gravissime difficoltà, per aiutarle a trovare un senso alla propria vita, nonostante le tante oggettive difficoltà. Pensate alla bellezza e alla grandezza delle prossime paralimpiadi di Tokyo, grazie alle quali tante persone con disabilità riescono a dare un senso alla loro vita. Il tema vero è: come possiamo aiutare queste persone a dare un senso alla loro vita? Come non farle sentire un peso, condizione che potrebbe spingerle a chiedere di morire?».