Mille casi di ingiusta detenzione nel 2019: è quanto rilevato da “Errorigiudiziari.com”, che come ogni anno ha analizzato i dati in possesso del ministero dell’Economia e delle Finanze, incaricato dei risarcimenti, stilando una classifica dei casi distretto per distretto. Gli ultimi numeri disponibili raccontano di un incremento dei casi accertati (105 in più rispetto al 2018), con un aumento del 33 per cento della spesa, per un totale di risarcimenti pari a 44.894.510,30 euro. La città con più casi accertati è Napoli, che conta 129 ingiuste detenzioni, seguita da Reggio Calabria (120), Roma (105), Catanzaro (83), Bari (78), Catania (57), Messina (45), Milano e Venezia (42), Palermo (39). Sul piano dei risarcimenti, a guidare la classifica, con la spesa più alta, è Reggio Calabria, dove lo Stato ha dovuto sborsare poco meno di 10 milioni di euro (9.836.865), seguita a gran distanza da Roma (4.897.010 euro, circa la metà), Catanzaro (4.458.727 euro) e poi Catania, Palermo e Napoli (poco più di tre milioni a testa), Bari, con due milioni e mezzo circa, Lecce e Messina (poco meno di due milioni) e infine Venezia, con un milione e 300mila euro.

Dal 1991 ad oggi oltre 28mila casi

  Il dossier affonda le proprie radici nel 1991, primo anno di cui sono reperibili dati conservati negli archivi del ministero. Da allora e fino al 31 dicembre 2019 i casi totali di ingiusta detenzione sono stati 28.893, ovvero poco più di 996 l’anno, per un totale di 823.691.326,45 euro spesi dallo Stato, una media di circa 28 milioni e 400 mila euro l’anno.Una cifra altissima, che comprende anche i casi più eclatanti di errori, ovvero quelli che hanno visto innocenti scontare pene per reati mai compiuti prima di essere riconosciuti come tali. Ci sono, ovvero, casi come quello di Giuseppe Gullotta, condannato ingiustamente per la strage di Alcamo, che ha passato ingiustamente 22 anni in carcere, o Angelo Massaro, anche lui recluso per un ventennio per un omicidio mai commesso. Sono questi i casi per cui lo Stato si è ritrovato a liquidare le cifre più importanti: si tratta, dal 1991 a dicembre 2019, di 191 persone, più di sei ogni anno. Errori che sono costati allo Stato 65.878.424,57 euro (2 milioni 271 mila euro circa l’anno).

I casi di «ingiusta» custodia cautelare

  Ma il dato più grosso riguarda quello relativo alle persone risarcite per aver trascorso un periodo di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari per un’accusa che li ha visti uscire assolti. Dal 1992 al 31 dicembre 2019 si contano 28.702 casi (quindi la maggior parte degli errori monitorati dal ministero), con una media di 1025 innocenti in custodia cautelare ogni anno e indennizzi oltre i 757 milioni di euro, ovvero poco più di 27 milioni di euro l’anno.Nel solo 2019, gli errori giudiziari sono stati in tutto 20, due in più rispetto al 2018, «a conferma di una tendenza in continuo aumento negli ultimi quattro anni», appuntano Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone di Errorigiudiziari.com. E negli ultimi dieci anni, la somma annuale ha superato i 15 casi l’anno, limite considerato la “soglia psicologica”.«L’unica parziale buona notizia, se non altro per le casse dello Stato, riguarda la spesa in risarcimenti - concludono Lattanzi e Maimone -: nel 2019 è stata di 3.798.586,90 euro, quasi quattro volte in meno di quanto versato alle vittime nel 2018. Ma va detto che i criteri di elaborazione dei risarcimenti sono molto più discrezionali e variabili rispetto a quelli fissati invece dalla legge per l’ingiusta detenzione».