Il vicepresidente del Csm,
David Ermini, intervenendo alla cerimonia per il decennale della scuola superiore della magistratura, nella villa di Castel Pulci, sulle colline di
Scandicci, ha detto che «ci apprestiamo ad affrontare un percorso straordinario ma delicato di costruzione del futuro del Paese».
Ermini: dal sistema giudiziario alle nuove tecnologie
«La magistratura è chiamata ad attuare le ambiziose riforme votate dal Parlamento che sono condizione di accesso ai fondi europei. Centrare gli obiettivi di riduzione dei tempi processuali è strada vincolata per ottemperare agli obblighi europei,
ma ancor prima per ripristinare principi di civiltà giuridica. Si tratta di un compito assai oneroso che grava sull’ordine giudiziario, che richiederà impegno e capacità particolari e una profonda riconfigurazione organizzativa alla luce del nuovo ufficio per il processo e delle nuove tecnologie».
Ermini e la figura del magistrato
«La formazione del magistrato rappresenta una delle condizioni essenziali su cui si reggono la legittimazione del suo operato e l’indipendenza della magistratura e risponde a un interesse collettivo. Risponde all’interesse dei cittadini ad avere magistrati competenti e autorevoli a garanzia della qualità ed efficacia del sistema giudiziario.
La giurisdizione quale pietra angolare dell’architettura democratica e dello stato di diritto esige dunque un corpo magistratuale dalla salda preparazione tecnico-giuridica e pienamente consapevole della responsabilità sociale del proprio ruolo e degli effetti del proprio agire» ha detto Ermini.
Ermini: «La magistratura torni ad essere credibile»
«La sfida più impegnativa che la magistratura ha davanti a sé
è quella di riconquistare agli occhi dei cittadini la piena credibilità e autorevolezza scosse da episodi di insostenibile degrado morale. È dimostrare, esercitando la giurisdizione in modo indipendente e imparziale, che la magistratura non è quella degli scandali ma è quella che rende giustizia al servizio della collettività» ha aggiunto David Ermini.
L'ufficio del processo (secondo Ermini)
«L’ufficio per il processo è un salto di paradigma, segna il passaggio da un sistema incentrato sulla "solitudine" del giudice al lavoro di squadra e collaborativo. È un nuovo modello organizzativo che implica una specifica formazione dei dirigenti degli uffici e degli addetti, ma più in generale di ciascun magistrato» ha spiegato Ermini.
«Alla Scuola superiore della magistratura spetta dunque un ruolo di vitale importanza vista la centralità che l’UPP riveste, insieme agli strumenti tecnologici, riguardo agli obiettivi da raggiungere secondo il Piano nazionale di ripresa e resilienza». «In ogni caso, particolare attenzione dovrà essere dedicata all’attività di formazione dei magistrati aspiranti agli incarichi direttivi. Se è vero infatti che la buona organizzazione e gestione incrementa le performance degli uffici,
l’acquisizione di conoscenze e capacità dal punto di vista della managerialità giudiziaria si traduce in recupero di efficienza ed efficacia del servizio giustizia» ha concluso Ermini.