Si trova da qualche mese in un carcere duro della Guinea Equatoriale, reo di essere un oppositore politico al regime di Teodoro Obiang Nguema Mbasogo. Parliamo dell’ingegnere italiano, ma di origini guineane, Fulgencio Obiang Esono, che, giunto in Togo per motivi di lavoro, dal 18 settembre scorso non ha più dato notizie di sé.

Proprio l’altro ieri, la giunta regionale toscana ha approvato la mozione che chiede di intervenire sul ministero degli Esteri, affinché siano acquisite quanto prima informazioni sulla vicenda e siano avviate tutte le possibili iniziative di sostegno e assistenza al nostro connazionale. L’impegno è contenuto in una mozione, assegnata dal Consiglio alla commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani ( Pd), che all’unanimità ha approvato il testo. È stato il consigliere Andrea Pieroni ( Pd), firmatario della mozione insieme ai colleghi Antonio Mazzeo e Alessandra Nardini, a illustrarlo in commissione. La Farnesina sta lavorando sulla complessa vicenda che coinvolge la diplomazia internazionale.

Il 48enne Fulgiencio Obiang Esono è un ingegnere civile arrivato in Italia per studio nel 1988, quando si trasferì a Pisa, dove si è presentato anche alle ultime elezioni comunali con la lista ' Con Danti per Pisa', a favore dell'ex assessore della città. Al momento del suo arresto, l'uomo si trovava a Lomè, capitale togolese, «per un incontro professionale», secondo l'avvocato della famiglia Corrada Giammarinaro. Però Fulgencio è un oppositore del dittatore guineano Teodoro Obiang, per questo è stato arrestato in Togo ed estradato in Guinea Equatoriale insieme a un altro attivista dell'opposizione del paese, Francisco Micha, titolare di un permesso di residenza in Spagna. Una estradizione senza alcuna procedura legale, quindi un vero e proprio rapimento. Secondo le informazioni raccolte dal settimanale parigino Jeune Afrique che si occupa dell’Africa, il governo della Guinea Equatoriale ha fatto sapere al regime del Togo che a settembre si sarebbe tenuta a Lomé una riunione dell’organizzazione politica che si oppone alla dittatura, a cui avrebbero partecipato anche i due arrestati. Fonti della Guinea Equatoriale, confermate da anonimi funzionari togolesi, hanno confermato alla rivista parigina che le autorità governative si aspettavano anche la presenza di Solomon Abeso Ndong, segretario generale dell'organizzazione, esiliato a Londra, il cui nome è citato nelle indagini sul tentativo di colpo di stato avvenuto a Natale dello scorso anno. L'uomo però non ha lasciato la capitale britannica dove si trova tuttora. Il governo della Guinea Equatoriale ha chiesto quindi alle autorità togolesi di arrestare gli attivisti presenti sul proprio territorio, una richiesta prontamente soddisfatta dai funzionari di Lomé.

Per due giorni sarebbero stati detenuti dalle autorità togolesi per poi essere estradati in Guinea Equatoriale e rinchiusi nel carcere “Black Beach”, la prigione più disumana al mondo e off limts agli organismi internazionali che si occupano dei diritti umani. Il dittatore della Guinea Equatoriale è stato direttore del carcere, dove suo zio e predecessore, Francisco Macías Nguema, è stato giustiziato dopo un golpe compiuto contro la sua amministrazione nel 1979. La prigione detiene diversi cittadini stranieri condannati per aver partecipato a un altro tentativo di colpo di stato nel 2004 contro l'attuale presidente ed è nota per le torture e gli abusi subiti dai prigionieri.

Lo scorso 24 ottobre, Il vice ministro agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, Emanuela Del Re, a margine della seconda Conferenza Italia- Africa, ha chiesto al ministro equatoguineano Simeon Oyono Esono Angue la collaborazione delle autorità. Ma sono passai tre mesi e tutto ancora tace.