«Tinto Brass, 89enne maestro del cinema italiano, che da un decennio rarissimamente rilascia dichiarazioni e fa uscite pubbliche, prende posizione e fa sapere tramite il dirigente di Nessuno tocchi Caino Umberto Baccolo che, come la moglie Caterina Varzi e la di lei sorella, firma l’appello del Comitato Promotore per l’appello per Pittelli, pubblicato negli scorsi giorni dai quotidiani Spraynews e Il Riformista in solidarietà a Giancarlo Pittelli, che ha già raggiunto oltre mille firmatari, nel quale si dichiara che la carcerazione preventiva dell’ex deputato è già stata troppo lunga in modo disumano, sta distruggendo la sua salute e va interrotta». Lo dichiara Tinto Brass in una nota con la quale aderisce all'appello firmato da amici, colleghi e sostenitori dell'avvocato calabrese ed ex deputato di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, imputato nel maxiprocesso Rinascita Scott. «La sopravvivenza di legami di stima e di rispetto, o addirittura di amicizia, agli effetti, anche mediatici, di un procedimento giudiziario non solo non giunto ad una decisione definitiva, ma neppure ad una sentenza di primo grado, non è solo un’esigenza dell’imputato direttamente interessato, ma un elemento essenziale del tessuto sociale, della sua vitalità ed autenticità - si legge nell'appello -. Assistiamo, invece, impotenti allo sconvolgente scadimento dello stato psicofisico di Giancarlo Pittelli a causa della lunga carcerazione preventiva, condizione questa che gli impedisce di poter concentrare tutte le energie nella propria difesa. Non vogliamo che a questo si aggiunga una lesione della sua immagine e un impoverimento delle relazioni costruite in una vita: ciò non ha nulla a che vedere con il rigore nella lotta alla criminalità ma rappresenta solo un regresso civile e sociale che nessuna persona libera può accettare». Pittelli, rispedito in carcere dopo la lettera-appello a Mara Carfagna, ha iniziato dal 13 gennaio uno sciopero della fame rischiosissimo perché condotto in stato di detenzione e in una condizione psicologica di profonda prostrazione. Dal 28 gennaio gli stessi amici promotori dell’appello, preoccupati per il suo stato di salute, avevano iniziato, a loro volta, uno sciopero della fame «che cesserà solo quando Giancarlo Pittelli sospenderà la sua protesta estrema». «Penso che questa tortura mediatica e privata sul corpo delle persone ad opera della magistratura debba finire, e ringrazio il ministro Cartabia per star dando una svolta che spero arrivi al più presto per la salvezza economica, morale ed etica del paese. Sarò tutta la vita per la presunzione di innocenza», ha detto l’attore e regista Luca Barbareschi aderendo all'appello. «Dobbiamo cancellare questa orribile tradizione instaurata da Di Pietro per la quale l’avviso di garanzia è una condanna pubblica», fa sapere Barbareschi tramite il dirigente di Nessuno tocchi Caino Umberto Baccolo.