«Scenario internazionale: uccisione del generale Soleimani e rapporti Usa- Iran. Allertamento in ordine alle misure di sicurezza e vigilanza», questo è il tema in oggetto riguardante la circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria emessa mercoledì scorso. «A seguito della recente evoluzione degli scenari di politica internazionale che hanno attestato l'acuirsi dei contrasti tra gli Stati Uniti e l'Iran – si legge nella circolare -, si invitano le SS. LL., ognuno nell'ambito delle rispettive competenze, a sensibilizzare tutto il personale, affinché sia intensificata l'attività di osservazione volta all'individuazione di eventuali segnali di criticità in ordine a tali fatti».

In particolare, si chiede di prestare la massima attenzione a possibili esternazioni, da parte della popolazione detenuta, di sentimenti antioccidentali o comunque anti- americani inserendo tempestivamente le segnalazioni nell' applicativo ' Eventi Critici' e trasmettendo successivamente una dettagliata relazione alle articolazioni centrali e territoriali dell' Amministrazione ( Direzione Generale dei Detenuti e Trattamento, Provveditorato Regionale, Nucleo Investigativo Centrale e Regionale).

Il Dap invita dunque a potenziare sia i servizi di vigilanza e sicurezza interni ed esterni dei rispettivi istituti di pena, sia quelli di traduzione e piantonamento, non trascurando alcun segnale di pericolo. La minaccia terroristica di matrice internazionale è ormai da tempo accostata alla considerazione che le carceri possano costituire un bacino di reclutamento importante, agevolato oltre che dal massiccio affollamento degli istituti penitenziari anche dalla mancanza di punti di riferimento esterni.

A ciò si aggiungono, come riscontrato più volte dal monitoraggio che viene svolto quotidianamente dagli uomini del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, le condizioni di disagio e vulnerabilità che possono incidere in maniera preponderante su ' suggestioni' derivanti dalla propaganda jihadista.

L'Italia ha alzato l'attenzione sugli obiettivi sensibili presenti sul nostro territorio collegati ai Paesi in questo momento più coinvolti nell'escalation della crisi in Medio Oriente. Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, dopo l'uccisione del generale Soleimani, ha quindi diramato questa circolare in cui si chiede agli apparati di sicurezza di alzare il livello del monitoraggio su tutto ciò che riguarda gli interessi di Stati Uniti e Iran, in primo luogo, e di Israele e Iraq.

Da ricordare che il Dap ha definito tre categorie di detenuti a rischio e altrettanti livelli di allerta. La prima categoria comprende chi è in carcere per reati connessi al terrorismo di matrice islamica, senza distinzioni tra condannati, sospettati e imputati; la seconda comprende i detenuti per reati comuni che “condividono un’ideologia estremista e sono carismatici”; la terza comprende i detenuti comuni giudicati “facilmente influenzabili”, i cosiddetti “followers”. Queste tre categorie rientrano in ordine sparso in tre livelli di allerta.

Il terzo e meno alto è riservato ai “followers”, il secondo a coloro i quali durante la detenzione hanno mostrato “atteggiamenti che fanno presupporre la loro vicinanza all’ideologia jihadista” e il primo, detto “alto”, a due tipi di detenuti: i condannati, sospettati e imputati per reati connessi al terrorismo islamico, e i detenuti comuni che hanno “posto in essere atteggiamenti che rilevano forme di proselitismo, radicalizzazione e/ o reclutamento”, dunque meritevoli di un’attenzione particolare.

L’Associazione Antigone, nel rapporto dell’anno scorso, ha indicato che «secondo la categoria di appartenenza si ha un trattamento penitenziario diverso». I detenuti per terrorismo islamico sono soggetti a un regime detentivo speciale e restrittivo, l’Alta Sicurezza ( As). Si tratta di un regime basato su circolari dell’amministrazione penitenziaria e non su leggi, e pertanto soggetto a forte discrezionalità.