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Egregio direttore,sono il condannato all'ergastolo Scuderi Giuseppe, attualmente ristretto presso la Casa Circondariale del Nuovo Complesso maschile di Rebibbia e con la presente intendo portare a Sua conoscenza che sono stato condannato per omicidio volontario aggravato soltanto sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia e senza alcuna prova storica di reità.Ho proposto due richieste di revisione che sono state rigettate e ritenute infondate dalla Corte di Appello di Messina e dalla Procura Generale di Catania.Nel mese di marzo di quest'anno ho dato incarico ai miei difensori di fiducia di formulare al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria-Provveditorato Regionale per la Sicilia una richiesta per l'acquisizione della copia del registro Penitenziario della casa mandamentale di Val Militello di Catania del 1989 riguarda l'entrata e l'uscita dei detenuti sottoposti al regime di semilibertà, in quanto era tale la mia condizione di condannato per reati bagatellari.Intendevo acquisire il sopra citato documento per ripresentare una nuova istanza di revisione del giudicato di condanna, ed in tal senso, ho dato mandato ai miei legali di avanzare tale richiesta per provare l'alibi in quanto nel giorno e nell'ora del fatto 16.02.1989 stavo rientrando con la mia autovettura da Catania alla Casa mandamentale di Val Militello e, quindi, non potevo compartecipare all'esecuzione dell'omicidio.Dopo pochi giorni il Dap per la Sicilia comunicava che non vi era traccia dei registri di entrata e di uscita dei detenuti, probabilmente a seguito del trasloco dal vecchio al nuovo istituto penitenziario. e per questa carenza mi trovo nella impossibilità oggettiva di formulare la nuova istanza di revisione.Le sembra legittimo che in uno Stato Costituzionale di diritto un condannato innocente non possa comprovare il suo alibi a causa di un "non ritrovamento" di un importante Registro che doveva essere custodito dall'isitituzione stessa e che è fondamentale per dimostrare l'innocenza di un uomo?Conoscendo le sue battaglie sui problemi della giustizia in Italia ed anche la sensibilità etico-culturale del quotidiano da Lei diretto La prego di voler pubblicare questa missiva che dimostra ancora di più come le contraddizioni dell'apparato amministrativo dello Stato non mettano in grado un condannato innocente di poter esercitare il diritto costituzionalmente garantito dalla revisione della sentenza penale di condanna, e quindi di permanere nello stato infernale della pena perpetua dell'ergastolo ostativo del "fine pena mai".Ringraziandola per l'attenzione Le invio cordiali saluti.Giuseppe Scuderi