Cesare Battisti è stato trasferito dal carcere di Rossano a quello di Ferrara. Lo fa sapere il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). «Cesare Battisti - afferma Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto Sappe - probabilmente anche grazie al sostegno politico ricevuto, è stato trasferito dal carcere di Rossano, istituto a lui non gradito, a quello di Ferrara. Ricordiamo che tra gli omicidi commessi da Battisti vi è anche quello del maresciallo Santoro, allora comandante del carcere di Udine. Speriamo che adesso sconti la pena prevista, cioè l'ergastolo, considerato che per tanti anni si è sottratto alla giustizia e che per i familiari delle vittime ci sia il giusto risarcimento». L'uomo, come vi avevamo raccontato proprio ieri a seguito di un incontro che ha avuto con la deputata dem Enza Bruno Bossio, era in sciopero della fame dal 2 giugno per protestare contro le sue condizioni di detenzione e per non conoscere i motivi della sua assegnazione nel reparto Alta Sicurezza 2 del carcere calabrese di Rossano, dove di fatto era in una condizione di isolamento, essendo tutti gli altri detenuti dei jihadisti. L'onorevole Bruno Bossio commenta così a caldo la notizia: L’onorevole Bruno Bossio commenta così a caldo la notizia: «Sono soddisfatta di questo trasferimento ma mi auguro che adesso a Ferrara possa vivere una detenzione dignitosa, in un regime ordinario. Se  così non fosse mi impegnerò a conoscere le motivazioni di un'assegnazione diversa da quella del regime ordinario». Invece lo storico avvocato di Cesare Battisti, Davide Steccanella, ci dice: «Mi dispiace che sia stato necessario ridursi allo stremo fisico per il rispetto di un minimale diritto, ringrazio come cittadino e non come avvocato di Battisti Mattia Feltri per il coraggioso articolo che ha rotto un silenzio imbarazzante contro una palese ingiustizia nel silenzio dei tanti ‘sdegnati democratici’ a parole del nostro paese e l’onorevole Bruno Bossio per il suo impegno e mi rattrista leggere che la notizia del trasferimento di un detenuto in sciopero della fame da molti giorni venga data all’Ansa dal sindacato di polizia penitenziaria prima ancora della famiglia a riprova che in Italia la strada per arrivare a una vera democrazia rispettosa delle garanzie costituzionali è ancora lunga». Battisti era stato finora ristretto in una sezione Alta sicurezza 2 presso l’Istituto di Rossano, sezione popolata - oltre che da italiani - da molti detenuti islamici. Fino a questo momento, nonostante lo stesso Battisti avesse esposto preoccupazioni per la sua sicurezza proprio a causa della presenza di islamici, la sua collocazione era stata ritenuta del tutto sicura, anche alla luce dei pareri espressi dalle Procure competenti. Nell’ultimo periodo - anche in conseguenza delle espressioni di Battisti sulla presenza degli islamici e delle sue doglianze riprese da vari organi di stampa - si era creato in sezione un clima di possibile contrapposizione e tensione che, sfociato anche in alcuni episodi specifici, ha indotto a rivedere - anche in questo caso sulla base di pareri emessi dall’A.g. - la sua collocazione. Il trasferimento rientra anche in una più generale riorganizzazione del circuito alta sicurezza a livello nazionale, nei mesi scorsi ostacolata dal perversare della pandemia e dalle conseguenti limitazioni ai trasferimenti. Nel nuovo istituto Battisti sarà sottoposto al medesimo circuito penitenziario, quello dell’alta sicurezza. La maggiore presenza di detenuti italiani attenuerà la possibile contrapposizione e creerà anche maggiori occasioni di possibile socialità.Battisti non è stato declassificato, cioè “retrocesso” al circuito dei detenuti “comuni” (media sicurezza): questa procedura prevede - oltre all’istanza della direzione (anche a richiesta del detenuto) - il parere del Gruppo di osservazione e trattamento dell’istituto penitenziario, che valuta essenzialmente l’adesione del detenuto al percorso di rieducazione nel corso del tempo. Se questo primo parere è favorevole, vengono chiesti ulteriori pareri alle Procure competenti, dopo di che il Dap decide sulla declassificazione. Nel caso di Battisti, il percorso si era interrotto già al primo passaggio, considerando l’esiguo lasso temporale trascorso in detenzione dallo stesso e l’atteggiamento serbato finora nel corso della detenzione.