La scorsa settimana Dominique Simonnot, garante francese delle persone private della libertà (CGLPL), era uscita indignata dalla visita al carcere di Bois-d'Arcy in Ille de France, una delle prigioni più affollate e fatiscenti del Paese, denunciando le condizioni di detenzione disumane e chiedendo di sospendere le carcerazioni all’interno della struttura: «È qualcosa di indegno, non esiste igiene, non esiste il diritto all’integrità fisica, non c’è sicurezza né organizzazione».

Proprio oggi la stessa Simmonot ha pubblicato il rapporto annuale sullo stato delle prigioni transalpine, circa duecento pagine dalle quali emerge una radiografia impietosa sulle condizioni di vita all’interno dei penitenziari che ha trasmesso al ministro di Giustizia Dupond Moretti. Il guardasigilli si è detto preoccupato della situazione promettendo interventi strutturali.

Leggendo il rapporto sembra quasi di osservare di una nazione in via di sviluppo, a cominciare dalla popolazione carceraria che con oltre 73mila detenuti recensiti allo scorso 1 aprile ha raggiunto un nuovo record storico. Con poco più di 60mila posti letto disponibili il tasso di sovraffollamento in Francia è oggi del 142% uno dei più elevati dell’intera Unione europea. Ciò costringe i carcerati ad avere appena «un metro quadro di spazio vitale, ammassati in tre dentro celle di 8 metri quadri, oltre in 2000 sono costretti a dormire su materassi gettati per terra, assediati dalle pulci, dai pidocchi, da ratti e scarafaggi». Simmonot non evita esempi specifici, additando ad esempio la prigione di Toulouse-Seysses, definita «una trappola per topi»; quello che doveva essere in teoria un carcere modello è diventato in pochi anni un inferno in terra: «All’interno regnano una violenza e una sporcizia spaventose, le toilette sono quasi tutte ostruite, un detenuto ha anche contratto la leptospirosi, una malattia trasmessa dall’urina dei ratti, ci sono alcune celle di sei metri quadri che ospitano tre detenuti».

Secondo la garante, che senza peli sulla lingua accusa lo stato francese di inerzia e colpevole passività, la costruzione di strutture più moderne e spaziose non è una misura sufficiente a contrastare il degrado, anche perché nei fatti si è rivelata una promessa illusoria: «Nel 2017 erano previsti 15mila nuovi posti letto, ma in sei anni ne hanno creati appena 2000». Per questo è necessario agire in modo immediato sullo strumento giuridico: «Ci vuole un meccanismo che permetta ai detenuti che vanno verso il fine pena di beneficiare della libertà condizionata, ma è necessario modificare le leggi ma purtroppo non abbiamo avuto nessuna risposta positiva da parte delle autorità». Infine Simmonot ha ringraziato i presidenti degli ordini degli avvocati che in virtù di una legge approvata nel 2022, oggi hanno il diritto di visitare le prigioni assieme ai parlamentari.