Si sono svolte ieri le audizioni commissione Giustizia al Senato sul decreto carceri, tra cui quella del capo del Dap, Giovanni Russo. «Il sovraffollamento è oggettivo ma non è dissimile a quello degli anni scorsi o registrati in altri istituti penitenziari di altri paesi della Ue», secondo il quale tra i detenuti «c’è un disagio di fondo nel mancato accoglimento e nella mancata risposta delle istituzioni alle basilari richieste».

Russo, sottolineando le assunzioni di agenti penitenziari, ha spiegato che «una parte significativa» dei suicidi «è correlata a soggetti che hanno perso il contatto con la società e i legami famigliari, che non ricevono la visita dei difensori» parlando di «una pauperizzazione delle relazioni che fa il pari con una sorta di pauperizzazione sociale». E dunque ha chiesto l’aumento delle telefonate tra detenuti e mondo esterno, legate al «diritto di mantenere rapporti con i familiari, che è un diritto assoluto del detenuto e importante dal punto di vista del trattamento». E sulla necessità di svuotare le carceri ha detto che l’intento del decreto è «connotare la missione del Dap come orientata all’esecuzione dell’articolo 27 ossia una esecuzione della pena correlata al fine della rieducazione» mentre lo svuotamento «non era il tema prioritario» nel provvedimento.

Sulle assunzioni degli agenti ha risposto a Russo Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, precisando che «le assunzioni nella legge di bilancio (n. 197/ 2022) erano spalmate su quattro anni, 250 all’anno per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026, così come le mille ulteriori previste dal decreto- legge in esame si conseguiranno a scaglioni di 500 all’anno, non prima della fine del 2026».

Dopo le audizioni, tra cui quella di Gian Luigi Gatta e della presidente del Tribunale di sorveglianza di Cagliari Maria Cristina Ornano, le opposizioni hanno fortemente criticato il decreto. «Dalle audizioni in commissione Giustizia sul decreto carceri presentato dal ministro Nordio emerge quello che abbiamo detto fin dall’inizio: lo sbandierato decreto legge sulle carceri è completamente inutile e non risolve il problema del sovraffollamento cronico, parola totalmente assente nel testo del decreto e nelle parole del ministro Nordio», ha detto la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, mentre per il capogruppo Pd in commissione, Alfredo Bazoli, «le audizioni sul decreto carceri, da parte di professori universitari, tribunali di sorveglianza, garanti, vanno oltre le nostre peggiori preoccupazioni». Secondo l’esponete dem «non solo le norme introdotte non saranno in grado di offrire alcun sollievo al grave sovraffollamento dei nostri penitenziari, ma anzi addirittura aggraveranno il lavoro dei tribunali di sorveglianza, ritardando l’emissione dei provvedimenti di liberazione anticipata».

Le opposizioni, con un comunicato unitario, hanno criticato duramente l’assenza del Garante per le persone private della libertà. «Troviamo veramente incredibile che il Garante, che è organo collegiale composto da tre persone, non possa inviare ( e nemmeno collegare da remoto) alcun membro del collegio per interloquire con il Parlamento. La presentazione di una memoria scritta non consentirà ai componenti della Commissione di formulare alcuna domanda al Garante: ci si dovrà dunque accontentare di ciò che alla Commissione sarà comunicato in via unilaterale, senza alcuna possibilità di ottenere alcun chiarimento o approfondimento su una questione cruciale per il Paese - si legge nella nota -. Ci chiediamo quali impegni più importanti possa mai avere il Garante di relazionare al Parlamento della Repubblica, massima sede della rappresentanza democratica».

A replicare è proprio uno dei componenti dell’ufficio del Garante, Mario Serio: «Abbiamo ricevuto questa mattina (ieri, ndr) alle 10 una convocazione per la giornata di domani (oggi, ndr), giorno in cui il presidente è impegnato a Milano, in Commissione Antimafia, per discutere dei gravissimi fatti verificatisi al carcere Beccaria - ha spiegato al Dubbio -. Abbiamo offerto la nostra disponibilità ad essere ascoltati ogni giorno, da venerdì a martedì, inclusi sabato e domenica, aggiungendo che ove non fosse stato possibile effettuare l’audizione avremmo volentieri inviato una memoria. È falso e grave, in un momento come questo, far passare il messaggio che il Garante ha inteso snobbare il Parlamento o sminuirne le prerogative».

Intanto non cala l’attenzione dell’Unione camere penali sull’emergenza suicidi, perché «prosegue la mancanza di un programma di serie riforme strutturali e di ripensamento dell’intera esecuzione penale e l’irresponsabile indifferenza della politica di fronte al dramma del sovraffollamento ed alla tragedia dei fenomeni suicidari». E quindi «in chiusura delle maratone oratorie organizzate dalle singole camere penali sui rispettivi territori», l’Unione organizza una manifestazione nazionale a Roma, in Piazza dei Santi Apostoli, dalle ore 14.30». Parteciperanno, oltre ai penalisti italiani, tanti esponenti della società civile, dell’associazionismo, non solo forense, e della politica.