«Anm, a quanto leggo, vuole che si rimetta mano alla recente riforma della prescrizione. Spero si tratti di un ravvedimento, e che dunque si voglia rimediare alla assurda ed incostituzionale potestà attribuita al Giudice di prolungare a proprio piacimento i termini della prescrizione per il solito catalogo di reati di "allarme sociale". La magistratura italiana ha contribuito in modo decisivo a questa soluzione grossolanamente incostituzionale ed infatti non prevista nell’originario testo proposto dalla ministra Cartabia, diffondendo falsi allarmi sulla pretesa insufficienza del termine di tre anni per celebrare in appello processi di mafia». Lo dichiara con una nota il presidente dell’Unione delle Camere penali italiane Gian Domenico Caiazza a seguito delle dichiarazioni del presidente Giuseppe Santalucia durante la riunione odierna del direttivo del sindacato delle toghe. «Il presidente Santalucia sa perfettamente - sottolinea Caiazza - come qualunque altro magistrato in buona fede ed intellettualmente onesto, che i soli processi che si celebrano con certezza entro il termine non di tre, ma addirittura di due anni in appello sono proprio i processi di mafia, per evitare che gli imputati possano essere scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Se dunque Anm - conclude il leader dei penalisti - intende rimediare ai danni causati da questa irresponsabile campagna di doloso quanto infondato allarme sociale, troverà senza esitazione i penalisti italiani al suo fianco».