«Chiediamo una presenza più importante dello Stato e contestiamo l'idea del governo di chiudere i tribunali in luoghi dove succedono cose del genere, che spesso rimangono impunite. Va aumentato il presidio di legalità, non si può pensare di risparmare sulla giustizia in terre dominate da mafia e 'ndrangheta». È un appello accorato quello lanciato da Antonello Bevilacqua, presidente dell'ordine degli avvocati di Lamezia Terme. Un appello al quale si sono uniti anche i colleghi e il presidente del tribunale di Lamezia, Bruno Brattoli, sconvolti dall'omicidio del collega Francesco Pagliuso.«Gli avvocati, il presidente e i giudici del tribunale di Lamezia Terme e l'intera cittadinanza esigono la massima attenzione dello Stato e, in particolare, del presidente del Consiglio, del ministro della Giustizia e del ministro dell'Interno, affinchè non debbano più ripetersi così tragici eventi», si legge in un documento congiunto. Bevilacqua conosceva bene Pagliuso. «Era un mio caro amico», confessa ancora scosso. Ma esclude che l'avvocato possa aver ricevuto avvertimenti. «Lo avrebbe denunciato e me ne avrebbe parlato, dato il ruolo che ricopro», spiega. E poi torna a parlare di Lamezia, tra le città più importanti e industrializzate della Calabria, che da un paio d'anni «era uscita dall'incubo della 'ndrangehta ? racconta -, grazie a indagini importanti che hanno sgominato due famiglie che avevano attanagliato il territorio».Le forze produttive stavano collaborando, gli imprenditori denunciavano. «La città sembrava svegliarsi dopo aver avuto una malattia endemica - aggiunge -. Questi fatti, che colpiscono un avvocato ucciso presumibilmente per il suo lavoro, stridono con l'idea di assottigliare i presidi della giustizia in forza dei soli numeri». Lamezia, infatti, già nel 2012 aveva rischiato la chiusura del tribunale. Un pericolo scampato a causa di gravi fatti di cronaca che sembravano aver riacceso l'attenzione delle istituzioni. Ora, però, nei palazzi del potere è rispuntata l'ipotesi di mettere i sigilli al palazzo di giustizia. «Oggi un'altra pagina buia è stata scritta in questa città ? aveva scritto in mattinata Bevilacqua sul suo profilo Facebook -. Lamezia da qualche anno aveva rialzato la testa e questo triste e gravissimo delitto fa di nuovo comparire una vecchia e opprimente cappa che sembrava essere stata allontanata. La morte di un avvocato colpisce oltre che la città anche una intera categoria di professionisti che si occupano giornalmente dei problemi e delle angosce dei propri assistiti». Una persona conosciuta e stimata Pagliuso, un ottimo penalista strappato via all'improvviso alle braccia dei suoi cari. «È stato un fulmine a ciel sereno ? aggiunge Bevilacqua -. Bisogna stare molto attenti. Chiediamo attenzione per un territorio che aveva dato un duro colpo alla 'ndrangheta e non vorremmo che si abbassasse di nuovo la guardia ? conclude -. Di fronte a fatti così eclatanti ci aspettiamo un interesse in più e non la depauperazione dei presidi di legalità».