A leggere i comunicati con cui l’Anm presenta il proprio congresso nazionale numero 34, al via oggi, si capiscono due cose. La prima è che l’approccio dell’Associazione presieduta da Luca Poniz, magistrato della corrente progressista “Area”, è di apprezzabile apertura, persino di umile disponibilità ad ascoltare le critiche.

«Ci interrogheremo su fondamento e legittimazione del nostro potere, e sulla fiducia che le persone nutrono nella giustizia; rifletteremo sull’essere e sull’apparire imparziali», si legge nella nota con cui il “sindacato” delle toghe annuncia l’evento. Il secondo riconoscibile segnale è che i lavori in programma al Teatro Carlo Felice di Genova, aperti oggi alle 16 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgeranno uno sguardo attento alla deriva del processo mediatico.

«Affronteremo l’ineludibile tema del rapporto tra giurisdizione ed informazione, la cui complessità si accresce con la formidabile espansione degli strumenti di comunicazione, incidendo profondamente sulla percezione sociale delle decisioni», assicura l’Anm. La spettacolarizzazione rischia di restringere la stessa serenità dei magistrati, dopo che in passato alcuni pm l’hanno forse incoraggiata.

Ma si è «in un passaggio cruciale» che pare annunciarsi schietto e approfondito. Ampio spazio, nella prima giornata, alla relazione del presidente Poniz, a cui faranno da contrappunto le “riflessioni” di Gustavo Zagrebelsky. Tra i due interventi, la tavola rotonda su “Il valore dell’imparzialità e la neutralità della giurisdizione”, a cui prenderanno parte il presidente del Cnf Andrea Mascherin, la presidente della Corte d’appello di Milano Marina Tavassi e Marco Bignami, magistrato in funzione come assistente di studio presso la Corte costituzionale.

Non mancherà un intervento del vicepresidente del Csm David Ermini. Il congresso proseguirà sabato e domenica con altri dibattiti: l’ultimo, domenica mattina, sarà dedicato proprio a “Popolo, populismo e comunicazione”, con un ordinario di Diritto penale come Glauco Giostra, due giornaliste come Donatella Stasio e Serena Bortone e due magistrati non “immuni” alla passione per la carta stampata come Alfonso Scermino e Marcello Basilico, responsabile comunicazione del Tribunale di Genova.