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Rita Bernardini, Irene Testa, Maurizio Bolognetti ed altri dirigenti ed esponenti radicali sono in sciopero della fame dalla mattinata di ieri. Mentre manca oramai meno di un mese per la marcia per l'amnistia di domenica 6 novembre dedicata a Marco Pannella e Papa Francesco, si annunciano nuove forme di mobilitazioni. Oltre lo sciopero della fame fra cittadini, arrivano adesioni per il digiuno anche da parte di numerosi ristretti nelle carceri italiane. Lo sciopero della fame dei detenuti e cittadini comuni si concentrerà il 5 e il 6 novembre, ovvero il giorno prima e il giorno stesso della marcia. L'obiettivo dello sciopero è quello sia di richiamare l'attenzione sui quattro disegni di legge per amnistia e indulto impantanati ormai da tempo in commissione Giustizia al Senato della Repubblica presieduta dal senatore di Area popolare (Ncd-Udc) Nino D'Ascola, sia per la riforma immediata dell'ordinamento penitenziario in discussione al Senato per l'effettività rieducativa della pena. Rita Bernardini ritiene che tale riforma debba riguardare tutti i detenuti, nessuno escluso. La riforma in discussione è stata di fatto snaturata nel tempo, per questo gli esponenti radicali hanno iniziato lo sciopero della fame.Andiamo nel dettaglio. ll ddl Orlando inizialmente prevedeva l'eliminazione delle esclusioni assolute all'accesso dei benefici penitenziari per determinate categorie di reato. In pratica, in nessun caso, per nessun reato, doveva essere ammissibile una esclusione definitiva dai percorsi di reinserimento in società. La delega parlava espressamente anche di ergastolo e, dunque, apriva le porte al superamento dell'ergastolo ostativo in presenza di determinate condizioni (sicuro ravvedimento; condotte risarcitorie nei confronti delle vittime; assenza di collegamento con sodalizi criminosi). Al primo approdo alla Camera la presidentessa della commissione giustizia Donatella Ferranti ha introdotto una specificazione, che tale apertura non si applica agli ergastoli per reati di particolare gravità, di mafia e terrorismo. Eppure anche le relazioni dei tavoli degli Stati generali per l'esecuzione penale si erano chiuse con una proposta ben specifica, aprendo delle ipotesi di giustizia riparativa (risarcimento alle vittime o condotte che dimostrino il recupero sociale) nei confronti di tutti i reati, compresi quelli ostativi. Con queste mobilitazioni - in particolar modo lo sciopero della fame indetto ieri - i radicali chiedono conto al Ministro della Giustizia Orlando di mettere in pratica gli esiti degli Stati Generali dell'esecuzione penale.