Un dato incontrovertibile riscontrato ormai da anni è che l’età media dei dipendenti della Pubblica Amministrazione è incredibilmente sopra la soglia dei 50 anni. Sebbene sia in assoluto un’età in cui oggi è possibile dare ancora molto in termini di capacità ed esperienza nel mondo del lavoro, appare importante il gap con la media dei paesi Europei. Le cause sono molteplici e vengono da lontano. Ma andiamo con ordine.

Il blocco delle assunzioni perseguito con pervicacia da tutti i governi a partire dagli anni 90, giustificato dalla necessità di ridurre la spesa pubblica oltre ogni limite, ha causato un invecchiamento della forza lavoro pubblica, che è poi sfociato, negli ultimi decenni, in una progressiva fuoriuscita dal lavoro di migliaia di risorse per il raggiungimento dell’età pensionabile. I mancati reintegri di personale hanno così portato ad una situazione che definire critica è poco.

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non si è sottratto a questo trend negli anni, ed oggi la situazione, in particolar modo delle risorse del comparto funzioni centrali, necessarie per una parte importante al funzionamento degli Istituiti Penitenziari è drammatica. Le piante organiche degli istituti di pena sono allo stato carenti di ogni profilo: mancano gli assistenti amministrativi e tecnici, mancano i contabili risorse preziose per la complessa gestione delle carceri, e mancano le figure direttive ovvero i funzionari contabili dell’area finanziaria e i funzionari giuridico pedagogici dell’area educativa. Con l’arrivo dei fondi del Pnrr gli ultimi due governi hanno investito moltissime risorse sul reclutamento dei dipendenti pubblici, più che per tentare di invertire la rotta, quanto perché costretti da esigenze contingenti e di urgenza legate alla possibilità di un vero e proprio collasso della macchina amministrativa pubblica.

Mai come negli ultimi 5/ 6 anni sono stati banditi così tanti concorsi da tutte le amministrazioni pubbliche. Anche il Dap ha fatto la sua parte cercando di reclutare con numerose selezioni principalmente educatori e funzionari amministrativo contabili. Tuttavia i risultati non sono stati quelli sperati. Nonostante le centinaia di posizioni concorsuali aperte le strutture amministrative del Dap continuano ad avere una endemica carenza di risorse umane. Anche qui le cause di tutto ciò hanno origine da una molteplicità di fattori che contribuiscono a determinare lo stato di cose presente. Sebbene sia una caratteristica comune a tutte le PA, un primo importante elemento che ha influito sul poco successo della strategia di reclutamento è di tipo tecnico-oggettivo, ovvero la scarsa attrattività economica dell’Amministrazione Penitenziaria. Come detto vale anche per altre PA sia di livello centrale che periferico, ma il dato è che gli stipendi sono troppo bassi.

I concorsi pubblici sono su base nazionale e con i dati attuali dell’inflazione diventa assai complicato gestire un primo impiego in una qualsiasi città d’Italia come ”fuori sede”, con stipendi che oscillano tra 1200, 1400, fino ai 1600 euro al mese dei funzionari. Dunque un primo importantissimo tema è quello del livello delle retribuzioni. In moltissimi casi è accaduto che i candidati vincitori di diverse selezioni pubbliche abbiano abbandonato il Dap optando per altre Amministrazioni che garantivano stipendi migliori.

L’altro aspetto che ha determinato lo scarso successo dei concorsi Dap è invece peculiare di questa Amministrazione e ha a che fare con il tipo di lavoro che è richiesto. Sicuramente il contesto lavorativo è speciale poiché negli istituti di pena si è a contatto con una utenza, i detenuti, che richiede un approccio specifico capace di elaborare la difficoltà di un rapporto con soggetti che sono nella condizione di privazione delle libertà personale e di sicura sofferenza umana. Vale sicuramente e specialmente per i Funzionari giuridico pedagogici spesso a rischio burnout, ma anche per i funzionari amministrativo contabili responsabili di una contabilità carceraria che per norma di legge è appunto “speciale”, e di gestioni che riguardano i fondi dei detenuti e il complesso patrimonio mobile e immobile di Istituti che in molti casi hanno numeri e bilanci paragonabili a quelli di aziende medio-grandi.

Spesso accade che queste responsabilità sono troppo grandi e spaventino i neo assunti che se possono, scappano verso situazioni più tranquille lasciando purtroppo scoperte posizioni di cui l’Amministrazione Penitenziaria ha grande bisogno. Come è stato già rilevato su queste pagine, è nata l’Associazione nazionale Funzionari contabili del Dap. Un nuovo soggetto che si pone l’obiettivo di dialogare costruttivamente con l’Amministrazione al fine di riconoscere in termini di responsabilità e retribuzioni il ruolo di chi svolge un lavoro speciale, in un contesto speciale, rispettando una normativa speciale e con una utenza speciale.