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Urraro, segretario dell’Unione regionale Fori campani: «Non c’è personale, attività ferma: è una situazione incredibile»
«Quello di Sant’Anastasia è un ufficio del Giudice di pace fantasma». Va dritto al cuore del problema l’avvocato Arcangelo Urraro, vicepresidente del Coa di Nola e segretario dell’Unione regionale dei Fori campani. La storia del Giudice di Pace di Sant’Anastasia è un intreccio delle contraddizioni italiane, dove, spesso, si inseguono gli effetti speciali e le luci della ribalta, mentre le periferie sono abbandonate al loro triste destino con inevitabili mortificazioni per i cittadini e per gli avvocati. Sant’Anastasia è un Comune della provincia di Napoli, appartenente al circondario del Tribunale di Nola. Neanche dieci anni fa gli uffici del Giudice di pace vennero risparmiati dalle scriteriate scelte in materia di geografia giudiziaria. Oggi ottenere la tutela dei diritti in quella sede è a dir poco impossibile con buona pace della riforma della giustizia e del fiume di danaro del Pnrr, acronimo salvifico dell’Italia quasi post- pandemica. A Sant’Anastasia l’ultima sentenza pubblicata risale al 2021, tutte le altre scritte, ma non depositate, giacciono sulle scrivanie degli otto giudici che devono gestire circa 700 procedimenti penali e 5000 procedimenti civili all’anno. Inoltre, la ricezione via pec degli atti è paralizzata. Immaginare, dunque, una ripresa delle attività in tempi rapidi è impossibile.
«Ci troviamo di fronte ad un ufficio esistente solo sulla carta», dice al Dubbio l’avvocato Urraro. «Sant’Anastasia – evidenzia - è una sede sopravvissuta a seguito della riforma della geografia giudiziaria intervenuta tra il 2012 e il 2014. In quella occasione vennero riorganizzati gli uffici giudiziari di primo grado e anche quelli del Giudice di pace con la conseguente soppressione di molte sedi. Vennero risparmiati alcuni uffici dei Giudici di pace delle sedi circondariali e Sant’Anastasia è sopravvissuta. Ricordiamo che questo centro si trova in un territorio che comprende sette Comuni con una popolazione complessiva di circa 170mila abitanti. Ha una pianta organica che subito è stata sottodimensionata. L’ufficio infatti contava otto Giudici di pace. Negli anni scorsi c’è stato pure un tentativo del Comune di andare incontro alle esigenze del personale. Ad oggi la scopertura riguarda tutti i soggetti della pianta organica ad eccezione dell’ausiliario, con l’incertezza però riferita a questa figura in merito alla possibilità o meno di ricevere e smistare la posta».
Quanto sta accadendo a Sant’Anastasia non ha precedenti nella storia giudiziaria italiana. I disagi sono inevitabili così come i rinvii delle udienze di almeno un anno. Ma la cosa più sconfortante riguarda la mancata pubblicazione delle sentenze. «Il fatto drammatico – commenta il vicepresidente del Coa di Nola - è che c’è una assoluta impossibilità ad oggi di svolgere qualsiasi attività. L’ufficio di presidenza del Tribunale di Nola ha disposto con decreto il rinvio di tutte le udienze civili e penali dal 27 giugno al 12 settembre prossimo. Questo provvedimento è l’ultimo di una serie che si sono succeduti nei mesi passati e segue l’applicazione di una misura cautelare di alcuni soggetti che lavoravano nella struttura di Sant’Anastasia. È bene ricordare inoltre che la gestione degli uffici del Giudice di pace è ministeriale». L’auspicio dell’avvocatura nolana è che via Arenula intervenga quanto prima. «La cosa assurda – aggiunge Arcangelo Urraro - è che non stiamo parlando di un ufficio soppresso, ma di un ufficio esistente, pienamente operativo, seppur adesso solo sulla carta, di diretta competenza del ministero della Giustizia. Abbiamo un ufficio che si occupa tanto del penale quanto del civile. Nel primo caso le udienze attualmente vengono rinviate di un anno. Non ci sono provvedimenti per i processi prossimi alla prescrizione. Non ci sono fascicoli con un nuovo Rg. Nel civile la situazione è peggiore. Assistiamo addirittura alla sospensione delle pubblicazioni delle sentenze che sono ferme al 2021 con un arretrato di migliaia di provvedimenti. Parliamo di duemila sentenze non pubblicate e di conseguenza di diritti sospesi dei cittadini. Un dato che deve farci riflettere con ripercussioni sull’attività degli avvocati e sui cittadini, che, nonostante il gioco di parole, hanno diritto a veder riconosciuto il loro diritto. La sentenza non pubblicata significa mettere in un purgatorio, sine die, il diritto. Sant’Anastasia si salvò negli anni passati, ma vive adesso in una situazione incredibile. Abbiamo chiesto alla ministra Cartabia una immediata applicazione di almeno tre dipendenti per poter iniziare a smaltire l’arretrato con l’aggiunta di tre funzionari addetti all’Ufficio per il processo. Non c’è la possibilità di un rilascio di copie anche per i decreti ingiuntivi per i quali ci vorrà una rimessione in termini. Le formule esecutive dei decreti non opposti non vengono rilasciate. Insomma, assistiamo ad una situazione drammatica».
Il tentativo di correre ai ripari c’è stato, non senza contraddizioni. «Le nuove procedure – conclude l’esponente del Coa di Nola - vanno iscritte presso l’ufficio del Giudice di pace di Pomigliano d’Arco. Si tratta di una sede chiusa, ma tenuta in vita grazie all’attenzione dei Comuni competenti, che si sono fatto carico delle spese per il mantenimento. Oggi le iscrizioni a ruolo si vanno a fare davanti al GdP di Pomigliano, qui viene rilasciato solo un numero di consegna senza l’assegnazione effettiva del numero di Rg. I fascicoli, inoltre, giacciono a Pomigliano perché non c’è nessuno che possa portarli a Sant’Anastasia. Ma anche se venissero portati in quest’ultima sede non potrebbero avere alcuna iscrizione a ruolo e i ritardi si accumuleranno inesorabilmente».