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Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha esordito il suo intervento, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario presso la corte di cassazione, con un ringraziamento a tutti gli operatori del mondo della giustizia: «Donne e uomini che pretendono e rivendicano attenzione da parte dello Stato rispetto ad un settore, quello della giustizia, che rappresenta un pilastro fondamentale della nostra democrazia». Il Guardasigilli ha voluto indicare questo come l’anno che deve «necessariamente e improrogabilmente rappresentare una svolta per la Giustizia italiana, sia per quanto concerne alcuni interventi immediati e urgenti, sia per quanto attiene alla realizzazione delle fondamenta per un armonico piano di miglioramento strutturale di tutto il sistema- giustizia; un sistema che, finalmente, deve restituire centralità alle istanze e ai diritti dei cittadini, nei confronti dei quali la giustizia deve recuperare la sua credibilità». Ha proseguito, quindi, elencando la road map del suo dicastero, a partire da quanto già realizzato: Sul versante degli organici ( con il reclutamento nel 2019 di 3000 amministrativi; 360 magistrati nonché di ulteriori 600 nuovi ; 35 dirigenti per gli istituti penitenziari e 1300 agenti di polizia penitenziaria), ma anche su quello della digitalizzazione e telematizzazione dei procedimenti giudiziari, «con l’avvio del portale dei servizi telematici, delle notifiche telematiche del Giudice di Pace ( entro giugno 2019) e la digitalizzazione in Cassazione ( entro l’anno 2019 si raggiungerà la prevalidazione preliminare al deposito delle sentenze e sarà varato il desk del Consigliere)».
Quanto agli obiettivi per il 2019, Bonafede ha elencato «le riforme della procedura penale e della procedura civile, che nel mese di febbraio saranno oggetto di un unico disegno di Legge delega». Il ddl ha spiegato il ministro - tenderà «alla costruzione, da un lato, di un procedimento penale improntato a canoni di speditezza, efficienza e snellimento per garantire la piena attuazione dell’art. 111 Cost; dall’altro lato, di un processo civile che miri all’efficienza della giustizia, quale fattore decisivo per la piena tutela dei diritti dei cittadini nonché per la ripresa economica del Paese». Nello stesso orizzonte, infine, si colloca anche uno schema di disegno di legge «in materia di patrocinio a spese dello stato, che verrà presentato in uno dei prossimi consigli dei ministri». Bonafede ha poi ricordato la recente approvazione del “Codice Rosso”, in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, perchè «Il coraggio di denunciare, da parte delle donne vittime di violenza, non deve più rimanere orfano dello Stato». Infine, sul fronte degli interventi normativi, ha sottolineato la riforma del diritto fallimentare, che «rappresenta un cambiamento di prospettiva fondamentale che, da un lato, sarà in grado di recuperare la fiducia del ceto creditorio e, dall’altro lato, di garantire una chance di reinserimento dell’imprenditore in difficoltà». Ha poi posto l’accento su una novità molto cara al suo dicastelo: l’apertura di Uffici di Prossimità sul territorio, «al fine di garantire, soprattutto, una risposta di giustizia alle fasce deboli della popolazione».
Bonafede ha rivendicato poi il disegno di legge “Spazzacorrotti”, che riforma la prescrizione, «finora vissuto statisticamente come uno strumento di filtro e bilanciamento dell’eccessivo numero di procedimenti pendenti nel settore penale». Invece, «La scelta di sospendere la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, soltanto a partire da gennaio 2020, muove dalla consapevole necessità di fare andare a regime i primi investimenti previsti nella Finanziaria e di provvedere alla sopra richiamata riforma del processo penale».
Il ministro ha sottolineato «l’emergenza» in cui versano le carceri e, per farvi fronte, ha annunciato «l’incremento delle risorse umane», ma anche «fondi all’edilizia penitenziaria, alcuni dei quali saranno spesi nel corso del 2019». Quanto alle nuove previsioni legislative, ha ricordato la norma a tutela dei figli delle madri detenute e i nuovi protocolli per incentivare il lavoro dei detenuti, «nella convinzione che il lavoro rappresenti la migliore forma di rieducazione». Bonafede ha poi citato l’arresto di Cesare Battisti tra i risultati della cooperazione internazionale favorita dal ministero, che punta anche «alla stipula di sempre più numerosi accordi bilaterali tesi a garantire l’esecuzione della pena nel Paese di origine di condannati stranieri» presenti nei penitenziari italiani.