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Tirano un sospiro di sollievo i quattro Tribunali abruzzesi ( Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto) per i quali la chiusura era stata programmata alla fine di quest’anno. Il decreto Milleproroghe ha rinviato la questione al 31 dicembre 2023: gli uffici giudiziari resteranno aperti altri venti mesi, in attesa di una soluzione definitiva. Nonostante la notizia confortante che li ha riguardati, gli avvocati dei quattro Fori interessati non intendono abbassare la guardia. Il presidente del Coa di Avezzano, Franco Colucci, da tempo ( si veda anche Il Dubbio del 7 gennaio 2022) sta sensibilizzando politici ed istituzioni sull’annosa questione della rivisitazione della geografia giudiziaria in Abruzzo. «Una situazione – spiega – che preoccupa gli avvocati del Foro di Avezzano e l’intero territorio Marsicano, poiché il Tribunale non è solo un polo giudiziario, ma anche un polo di aggregazione culturale, sociale, economica e di sviluppo di una zona, come la Marsica, con importanti insediamenti produttivi ed una florida attività agricola i cui prodotti sono conosciuti in tutto il mondo. I tagli derivanti dagli interventi sulla geografia giudiziaria devono tener conto delle caratteristiche dei territori interessati».
Nel frattempo, come se la passano gli avvocati del Foro di Avezzano? «Anche da noi – dice l’avvocato Colucci - la tendenza è quella che si registra altrove. Diversi colleghi hanno lasciato la toga nel periodo 2020- 2021 per essere risultati vincitori di concorsi nella PA e, comunque, in particolare i giovani laureati in Giurisprudenza, pur dopo il superamento dell’esame per l’abilitazione alla professione, si orientano verso altre forme lavorative, probabilmente spaventati dalla difficoltà dell’esercizio della professione alle quali si unisce il numero di professionisti nel settore giustizia elevato in riferimento alle reali necessità».
Occorre stare al passo con i tempi, senza, però, mai trascurare la deontologia. Di questo è fermamente convinto il presidente del Coa di Avezzano. «La nostra professione – commenta - è diventata negli ultimi anni senz’altro più difficile. Le ragioni sono diverse. Si pensi pure alle spese connesse all’esercizio professionale, si pensi alla gestione dello studio professionale, alla contribuzione obbligatoria della Cassa Forense. A ciò si aggiunga la concorrenza che si è sviluppata in modo più o meno corretto negli ultimi anni. Concorrenza indirizzatasi nell’ultimo periodo più che altro nella “conquista” del cliente, senza precise regole, ma soprattutto non sul piano della preparazione tecnica e professionale- culturale, per cui si rischia nel prossimo futuro di avere una categoria di professionisti orientati sempre meno all’approfondimento culturale. Il risultato rischia di essere l’offerta di diminuite garanzie di professionalità per la clientela. Tale fenomeno si è sviluppato anche per carenza della possibilità di scelta di altre strade lavorative che all’attualità tormenta la categoria degli avvocati, così rendendo quasi obbligato lo svolgimento della professione privata, il cui accesso, occorre riconoscerlo con onestà intellettuale, non è proprio difficile e ciò per motivazioni che sono da riferire essenzialmente alle modalità di attuazione delle norme disciplinanti la materia, non solo di quelle nazionali, ma anche di quelle europee e che produce difficoltà di preparazione tecnico- culturale della categoria».
Il presidente Colucci si è speso negli ultimi anni con i colleghi di Sulmona, Vasto e Lanciano per evitare la chiusura dei quattro Tribunali abruzzesi rimasti ancora operativi per il regime di prorogatio conseguenza dei terremoti del 2009 e del 2016: «La situazione preoccupa non solo gli avvocati del Foro di Avezzano, ma l’intero territorio Marsicano, dove si trovano importanti insediamenti produttivi ed una florida attività agricola, quella del Fucino, i cui prodotti sono conosciuti in tutto il mondo. Parliamo di una zona che, nella deprecabile ipotesi di attuazione della soppressione del Tribunale, verrebbe abbandonata alla criminalità organizzata, che già si è insediata segnatamente nell’area e che potrebbe svilupparsi in mancanza di controlli rappresentati, in particolare, dalla importante presenza sul territorio della Polizia Giudiziaria, che verrebbe meno seguendo le stesse sorti del Tribunale e della Procura della Repubblica».
Un’ultima riflessione Colucci la riserva a proposito dei fondi del Pnrr. «Non sembrano – conclude - almeno allo stato, interessare lo svolgimento della professione di avvocato, conseguentemente non è possibile prevedere effetti positivi per l’avvocatura. Forse l’impegno assunto dal Governo di diminuire almeno del 25% la durata dei processi penali e del 40% quelli civili, ove realmente attuato e raggiunto, potrà sortire effetti benefici per la nostra categoria professionale il cui interesse riposa nella minore durata dei processi, affinché si possano concludere in tempi brevi. L’impegno governativo potrà avere come effetto lo snellimento delle procedure di celebrazione dei processi, l’assunzione, indispensabile ed indifferibile, come comunque stiamo assistendo, di ulteriore personale della magistratura e dell’amministrazione giudiziaria, in modo che la struttura giudiziaria, nella sua unità, possa operare finalmente a pieno organico ed in modo completo» .
FRANCO COLUCCI, PRESIDENTE DEL COA DI AVEZZAZNO