Altro passo verso il primo sì all’equo compenso: ieri la commissione Giustizia della Camera ha votato l’adozione del testo base, che sarà quello a prima firma Giorgia Meloni, abbinato alla proposta del leghista Jacopo Morrone. Di fatto la maggioranza ha preservato il quadro maturato nella scorsa legislatura, quando proprio il testo dell’attuale premier era diventato, insieme con le proposte di Lega e Forza Italia, il punto di partenza del provvedimento, approvato poi a Montecitorio ma rimasto a un filo dal definitivo via libera a Palazzo Madama, bloccato dalla fine anticipata della legislatura. In realtà l’impalcatura delle norme a tutela dei professionisti che ieri è stata definita alla Camera ricalca in gran parte lo schema passato quando Fratelli d’Italia era all’opposizione.

Si corre: sempre ieri è stato fissato per oggi alle 11 il termine per gli emendamenti. L’esame seguirà in modo da dare il mandato alle relatrici Carolina Varchi di FdI e Ingrid Bisa della Lega in tempo perché la legge approdi in Aula, come previsto, lunedì prossimo. «L'approvazione in commissione Giustizia alla Camera del testo base sull’equo compenso è una notizia positiva», ha commentato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Si tratta, ha aggiunto l’esponente di Forza Italia, del «primo, fondamentale, passo verso il riconoscimento normativo della dignità economica del lavoro dei professionisti, in particolare più giovani, mettendoli al riparo da quei patti leonini a cui ancora troppo spesso si trovano a dovere sottostare». Sisto assicura che «è intendimento di questa maggioranza e di questo governo portare a termine quel percorso interrotto nella scorsa legislatura a un passo dal traguardo.

Un intero comparto, fondamentale cardine di know-how per lo sviluppo del tessuto economico, attende da troppo tempo una iniziativa concreta e definitiva del legislatore». Soddisfazione anche dal co-autore della legge, Morrone, il quale auspica che ora «l’iter dell’equo compenso, atteso da migliaia di liberi professionisti, sia spedito fino alla sua approvazione definitiva». Potrebbe essere la volta buona, anche se già ieri non sono mancate tensioni con l’opposizione, dai cui banchi si è fatto notare come l’abbinamento avrebbe dovuto essere esteso anche al testo di Enrico Costa di Azione, il primo a essere depositato a Montecitorio in questa legislatura. Ma è difficile, stavolta, che le frizioni tra i partiti possano affossare la legge.