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LA CASA BIANCA
L’Oiad dedicherà l’edizione 2026 della giornata dell’avvocato in pericolo, in programma il 24 gennaio, ai legali degli Stati Uniti. La data non è casuale. Il 24 gennaio 1977 l’avvocatura spagnola visse il momento più triste della sua storia. I giuslavoristi Enrique Valdelvira Ibánez, Luis Javier Benavides Orgaz e Francisco Javier Sauquillo vennero uccisi a Madrid da due killer appartenenti ad un gruppo terroristico franchista. La Giornata mondiale dell’avvocato in pericolo è celebrata da una rete globale che comprende, oltre all’Oiad, una trentina di Ordini forensi nazionali e internazionali, organizzazioni giuridiche e associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, e ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi minacce alle quali sono esposti gli avvocati in varie parti del mondo.
La proposta di designare gli Stati Uniti come “Paese target” per il 2026 è stata presentata dalla European Criminal Bar Association (Associazione europea degli avvocati penalisti) a seguito di una serie di episodi che hanno interessato l’avvocatura d’oltreoceano dall’inizio di quest’anno. Tra i motivi di preoccupazione i decreti emanati dall’amministrazione Trump nei confronti di avvocati e studi legali impegnati in procedimenti politicamente sensibili, la revoca delle autorizzazioni di sicurezza e le restrizioni di accesso agli edifici federali. Da segnalare, inoltre, l’escalation delle intimidazioni e delle minacce nei confronti degli avvocati, denunciata dall’ABA (American Bar Association), come un tentativo di minare la professione forense e l’indipendenza della giustizia.
Le “attenzioni” di Donald Trump hanno interessato alcune delle più importanti law firms statunitensi, come Perkins Coie, Paul Weiss, Wilmer Cutler Pickering Hale and Dorr LLP e Jenner & Block. Un provvedimento che ha interessato Paul Weiss è stato revocato dopo che Trump ha raggiunto un’intesa in base alla quale, tra le varie garanzie, lo studio ha accettato di fornire 40 milioni di dollari in servizi legali pro bono per cause sostenute dall’amministrazione. Altri accordi con la Casa Bianca sono stati raggiunti da Covington & Burling e Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom.
Analoga situazione per Willkie Farr & Gallagher. Lo studio fondato nel 1888 è tra i dieci più importanti degli Stati Uniti con uffici su tutto il territorio nazionale, a partire da New York, e in altri 15 Paesi (per un totale di 1.200 professionisti). A capo dell’ufficio di Los Angeles c’è Doug Emhoff, marito di Kamala Harris, candidata democratica alle presidenziali del novembre 2024. La law firm ha raggiunto un accordo con l’amministrazione Trump per destinare almeno 100 milioni di dollari in servizi legali gratuiti a cause che hanno come oggetto anche il sostegno ai veterani e la lotta all’antisemitismo.
Leonardo Arnau, coordinatore della Commissione diritti umani e protezione internazionale del Cnf e presidente dell’Oiad per il biennio 2025-2026, sottolinea l’importanza della collaborazione tra le avvocature. «L’Osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo – dice Arnau - è vicino e sostiene le iniziative dell’American Bar Association, la più grande organizzazione di avvocati degli Stati Uniti, che il 16 giugno scorso ha intrapreso una causa federale contro il presidente Donald Trump e la sua amministrazione, chiedendo al tribunale federale di Washington di dichiarare incostituzionale l’attuale politica perpetrata dall’amministrazione statunitense, definendola illegale e intimidatoria contro gli avvocati e le law firms. Focus della controversia sono una serie di ordini esecutivi, che, secondo l’ABA, avrebbero violato la Costituzione prendendo di mira gli studi legali che hanno manifestato opinioni critiche nei confronti del presidente americano. Come è noto, l’amministrazione Trump, da quando si è insediata alla Casa Bianca, ha emanato una serie di ordini esecutivi diretti, in modo specifico, contro studi legali e avvocati che hanno assunto posizioni critiche rispetto alle politiche presidenziali, in particolare in materia di immigrazione».
Il particolare contesto sarà al centro delle riflessioni della Giornata dell’avvocato in pericolo del 24 gennaio 2026. «I provvedimenti riguardanti diverse law firms – aggiunge Leonardo Arnau - hanno avuto il preciso scopo di intimidire e ostacolare l’attività professionale degli avvocati, minando l’autonomia della categoria forense e il principio costituzionale di separazione dei poteri. Mai avremmo immaginato, solo qualche mese fa, che la Giornata internazionale dell’avvocato in pericolo potesse essere dedicata ai colleghi statunitensi».
Se anche oltreoceano la professione forense viene attaccata, è lecito allarmarsi. «Gli Stati Uniti – conclude il presidente dell’Oiad -, culla della democrazia, che non hanno mai conosciuto dittatura, devono tutelare la professione forense e non intralciarla arbitrariamente. Il modo in cui vengono rappresentati e trattati gli avvocati e i difensori dei diritti umani è una spia della circolazione del virus autoritario. Per questo seguiremo con attenzione l’assemblea generale dell’ABA che si terrà a Toronto dal 6 al 12 agosto prossimi».