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I diritti umani e il diritto dell’immigrazione, della cittadinanza e della protezione internazionale sono gli ambiti che caratterizzano la Camera avvocati per i diritti umani e degli stranieri (Cadus). L’associazione forense, costituita di recente a Venezia, si muove nel solco dell’esperienza maturata dalla Camera degli immigrazionisti del Triveneto (CaiT).
Gli iscritti alla Cadus sono avvocati appartenenti a tutti i Fori italiani. Al momento se ne contano un centinaio, ma il numero è destinato ad aumentare. Con le avvocate e gli avvocati dei vari Ordini è stata condivisa la necessità di rappresentare in forma associativa una specifica branca della professione forense, che con il passare degli anni ha coinvolto sempre di più anche le aule di giustizia.
Uno degli obiettivi principali della Camera avvocati per i diritti umani e degli stranieri è quello di contribuire ad accrescere la consapevolezza, la professionalità e la partecipazione del mondo forense alle questioni relative ai diritti umani e ai diritti degli stranieri.
Il presidente della Cadus, Fabrizio Ippolito D'Avino (Foro di Venezia), si sofferma sulla centralità del ruolo dell’avvocato esperto in diritti umani. «Troppo spesso – dice -, in passato, questa figura di professionista è stata oggetto di discredito da parte di chi riteneva inutile e perfino controproducente la salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone più vulnerabili e dei più deboli, non ritenendoli meritevoli di adeguata tutela. L’esperienza maturata dalla CaiT nei suoi primi sei anni di vita ha evidenziato la concreta necessità di una rappresentanza forense in tutta Italia, tanto da convincere il suo direttivo prima e quindi i suoi soci a modificare il proprio statuto e il proprio nome, trasformandosi da Camera territoriale a Camera nazionale».
La neonata associazione, come evidenzia D’Avino, intende promuovere i vincoli di solidarietà e tutelare il prestigio degli avvocati di tutta Italia che si occupano di diritti umani e del diritto degli stranieri; si prefigge di favorire il puntuale assolvimento delle autonome funzioni dell’autorità giudiziaria e dell’avvocatura. Inoltre, promuove lo studio, l’accrescimento professionale e l’approfondimento delle questioni giuridiche connesse ai diritti umani e degli stranieri, della protezione internazionale e dei diritti fondamentali della persona, oltre che favorire la migliore organizzazione del lavoro professionale e una fattiva collaborazione tra gli associati.
Altro aspetto su cui punta la Cadus è la promozione degli interessi e delle istanze degli avvocati immigrazionisti davanti alle autorità Istituzionali.
L’avvocata Monica Bassan del direttivo della Cadus si sofferma sull’importanza della specializzazione e sulla mission dell’associazione. «La complessità della materia – commenta - ci ha obbligato a specializzarci, nei diversi settori del diritto per la tutela dei diritti dei migranti e a qualificarci distintamente rispetto alla generalità degli avvocati. Siamo una categoria di professionisti che ha a che fare con clienti spesso invisibili o in difficoltà economica e per questo siamo identificati come avvocati “di buon cuore” che svolgono attività di volontariato. In realtà siamo professionisti con un alto grado di competenza in diritto internazionale, in diritto europeo e siamo tenuti ad una formazione costante anche perché, come ben noto, il diritto migratorio è ad alto tasso di politicità per cui spesso il diritto è in balia degli umori della maggioranza parlamentare e varia con una frequenza inusuale ad altri settori del diritto».
Sono tanti gli ambiti in cui sono impegnati gli avvocati della Cadus. «Il diritto alla protezione internazionale – spiega Bassan -, le problematiche connesse alla cittadinanza, le interferenze dei diversi diritti statuali nelle relazioni familiari delle nuove famiglie internazionali, i diritti dei minori non accompagnati, il tema del diritto all’assistenza sanitaria o alla partecipazione alla vita sociale italiana, il diritto penale “speciale” che si vuole introdurre per gli stranieri, comportano una qualificazione professionale altissima. La Camera nazionale, con lo spirito dell’associazione forense, si propone di garantire un costante perfezionamento culturale degli avvocati immigrazionisti e, nel contempo, si propone di assicurare, tra tutti gli avvocati interessati alla materia, il rispetto delle regole deontologiche nei confronti dei soggetti più vulnerabili con i quali interagisce. Vogliamo essere e diventare interlocutori credibili nei confronti della magistratura e dei colleghi che hanno competenze professionali più riconoscibili, note, economicamente più vantaggiose e in genere più blasonate».
Oltre a Fabrizio Ippolito D’Avino (presidente) e Monica Bassan, compongono il direttivo Beatrice Rigotti (vicepresidente), Dora Zappi (segretario), Giovanni Barbariol (tesoriere), Martino Benzoni, Marzia Como, Marco Paggi, Martina Pinciroli, Francesco Tartini ed Enrico Varali.